Gruppo FIAT: oggi l’assemblea per la nascita della nuova FCA

Nel Q2 utile netto dimezzato, ma i marchi di lusso crescono

FCA - Nascerà probabilmente oggi il nuovo gruppo risultante dalla fusione tra Fiat e Chrysler. Sede legale in Olanda e fiscale nel Regno Unito. Unica preoccupazione sono gli azionisti che sceglieranno di avvalersi del diritto di recesso. La cifra a loro dovuta, per concludere la fusione, non potrà superare i 500 milioni. Nel frattempo i risultati del Q2 vedono gli utili netti in calo, ma i marchi di lusso crescono a ritmi vertiginosi
Gruppo FIAT: oggi l’assemblea per la nascita della nuova FCA

Ormai è questione di poco. Stiamo per vivere una giornata storica nel mondo dell’auto italiana. Questa mattina, infatti, si terrà l’assemblea Straordinaria dei soci che dovrà decidere la fusione con la controllata Chrysler, decretando di fatto la nascita del Gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles). Dopo 115 anni di storia la Fiat, sotto molti aspetti, sarà meno italiana. La sede legale si troverà in Olanda, quella discale in Inghilterra, ma soprattutto le azioni verranno quotate sulla borsa di New York.

Il consiglio di amministrazione, però, ha anche dovuto approvare i conti del Q2 del 2014, i quali hanno fatto registrare un calo preoccupante dell’utile netto del gruppo, passato da 435 a 197 milioni di euro. Sergio Marchionne, però, ha ribadito la sua fiducia, confermando ancora una volta gli obiettivi dell’azienda per l’anno in corso. Del resto limitarsi a questo dato consegnerebbe una visione decisamente riduttiva della salute della casa torinese (dobbiamo iniziare a chiamarla olandese?). Basti pensare ai marchi di lusso, che hanno conosciuto un vero boom degli utili con un impressionante +60%. Merito soprattutto di Maserati, che ha portato nel semestre le sue consegne dalle 3.600 del 2013 alle attuali 17.500. In generale le consegne del Gruppo sono cresciute in Nord America (+10%), in Asia e sono rimaste sostanzialmente equilibrate in Europa. Unico calo è l’America Latina, che scende del 20%. Le vendite sono in crescita del 2% (1,2 milioni di auto), mentre i ricavi sono scresciuti del 5% (23,3 miliardi).

Ora non resta che concentrarsi sulle operazioni di fusione. L’unico pericolo è rappresentato dagli azionisti che vorranno esercitare il loro diritto di recesso, vendendo di fatto le loro azioni e uscendo dalla società. La cifra da pagare a questi azionisti, infatti, non dovrà in nessun caso superare i 500 milioni di euro complessivi, altrimenti la fusione verrà bocciata. Al momento, però, lo scenario non sembra plausibile.

Foto: Flickr

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