Gumpert riprende la produzione
Forse scampato il rischio di fallimento
La Gumpert ha ripreso la produzione. La famosa casa di supercar tedesca sembrava essere in grandissimi guai da quando questa estate le era stato imposto l’apertura di una procedura per insolvenza (fallimento, in altre parole) a causa del suo tentativo fallito di vendere auto anche al di fuori dell’Europa, in particolare nel sempre più allettante mercato cinese. Nonostante le parole positive di alcuni dirigenti, sembrava che per la Gumpert fosse arrivato il momento dei titoli di coda. Invece, un po’ a sorpresa, il governo tedesco ha deciso di autorizzare nuovamente la casa a riprendere i lavori.
Sia ben chiaro che ciò non significa che il pericolo sia cessato. La situazione, però, è senza dubbio migliorata, in quanto questa decisione rappresenta la conferma che ci sono ottime possibilità di veder comparire nuovi investitori per questa casa, nata solo nel 2005 dai sogni dell’ex direttore di Audi Sport Ronald Gumpert. Le auto del grifone sono realizzate completamente a mano, il che le rende particolarmente esclusive e costose (i prezzi si aggirano intorno ai 300.000 €), e la loro costruzione impiega nella casa 25 operai. Non stiamo quindi parlando di una chiusura dal grande impatto economico, ma comunque si tratta di una realizzazione quasi artigianale per delle auto che si farebbero notare anche al cospetto di colossi come Ferrari e McLaren. Secondo le ultime voci, Gumpert sarebbe comunque impegnato in colloqui per trovare nuovi investitori, anche perché l’esportazione verso la Cina, il Giappone, il Medio Oriente e la Turchia è un sogno ancora non sopito.
Senza alcun dubbio i 641 CV sviluppati dal motore V8 da 4.2 litri della Gumpert Apollo, ereditato direttamente dalla casa dei quattro cerchi, possono fare gola a molti e il prezzo altissimo, come ben sappiamo, non è per forza un deterrente nel mercato delle auto di lusso. La realizzazione delle Gumpert, però, evidentemente richiede investimenti più ingenti. Da parte nostra, siamo sempre contenti quando una casa riesce a salvarsi dalla crisi, anche una piccola (seppur prestigiosa) come quella di Altenburg.
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