Infiniti avrebbe in progetto una nuova berlina quattro porte
Potrebbe chiamarsi Q100 e condividere la piattaforma con Mercedes
Novità dal Gruppo Nissan. I vertici di Infiniti, infatti, starebbero seriamente pensando di realizzare una nuova berlina a quattro porte, che farebbe parte di un grande e ambizioso piano, per il quale sarebbero stati stanziati ben 4,7 miliardi di euro, che dovrebbe portare nel giro di qualche anno il marchio nipponico ai vertici del mercato premium dell’auto. L’obiettivo principale sarebbe quello di toccare le 500.000 vendite annue entro il 2020. Per ottenere ciò si starebbe pensando al lancio di ben cinque nuovi modelli, tra cui la berlina di cui stiamo appunto parlando.
Il progetto poggerebbe su una serie di solide basi sia meccaniche che pubblicitarie. In questo senso pare che sarà fondamentale la sponsorizzazione di Infiniti per la squadra Red Bull Racing di Formula 1. Il nome, tutto da confermare, potrebbe essere Q100. Dal punto di vista meccanico, invece, pare che la piattaforma sarà la stessa MRA che Mercedes ha già utilizzato per le ultime versioni di Classe C, Classe E e Classe S. Non sarebbe una prima assoluta, dato che la piattaforma MFA di Stoccarda è a sua volta la base per la nuova Infiniti Q30. Da un punto di vista stilistico, invece, pare che quest’auto potrà essere pesantemente ispirata alla Essence, una concept car che la casa giapponese aveva presentato al Salone di Ginevra nel 2009.
Come detto, comunque, questa eventuale Infiniti Q100 sarebbe solamente la prima auto facente parte del grande progetto di Infiniti. Una seconda vettura potrebbe essere una due posti con motore centrale a tecnologia ibrida, fortemente ispirata alla concept car Emerg-E, svelata in anteprima a Goodwood nel 2011. Se questo venisse confermato, dovremmo aspettarci una vera e propria supercar, ma comunque con interni e abitacolo pienamente in stile Infiniti, quindi particolarmente comoda e lussuosa. In altre parole, piuttosto che una “Lamborghini”, ci dobbiamo aspettare qualcosa più in stile “Jaguar”. Questo, soprattutto, per evitare di perdere contatto con il “centro di gravità del brand”, come confermato dallo stesso vice-presidente del marchio Andy Palmer.
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