Infiniti Q50 2.2d 7AT: prova su strada
Che sterzo! Il primo della storia "by-wire", ma c'è anche molto altro...
INFINITI Q50 – Fin ora, di by wire, si è parlato nel campo dell’aeronautica, con i modernissimi Airbus e Boeing che ormai adottano tutti comandi di volo completamente elettronici, si è parlato di by wire anche nel campo motociclistico, dove l’elettronica ha sostituito il classico filo dell’acceleratore, che a me nel cinquantino e nel 125 si spezzava un giorno si e l’altro pure. Nel mondo dell’auto, però, il by wire era ancora una novità assoluta, specialmente se di by wire si parla con riferimento allo sterzo. Esatto, proprio lo sterzo: addio al classico piantone, adesso il dialogo tra volante e ruote anteriori è dato da una serie di centraline elettroniche. La rivoluzione è quindi di quelle epocali, e la curiosità di provarla era moltissima. Si poteva pensare che fosse un azzardo, che i tempi non siano maturi, ma invece, mai come in questo caso, il detto “buona la prima” è quanto mai azzeccato. Infatti la Q50, tra le berline, ha uno dei migliori sterzi in circolazione, che riesce ad adattarsi alla perfezione in ogni contesto di guida. Ma di questo parleremo approfonditamente più avanti, perché la rivoluzione è tale che alla fine, di questa Infiniti, finisci di parlare appunto quasi ed esclusivamente dello sterzo, quando invece ci sono tantissime altre cose di cui dire bene o benone, e qualche piccola nota stonata, che ovviamente non può mai mancare dato che l’auto perfetta, ad oggi, non esiste.
Design e Interni:
La linea è piuttosto originale, differenziandola dalla solita “tedesca”
Capitolo estetica. L’Infiniti Q50, non c’è dubbio, garantisce un bel colpo d’occhio. Ha quel fascino esotico, quel carattere tutto suo, che la differenzia dalle tedesche, e che appunto la fa guardare “diversamente” da tutte le concorrenti. Il muso, che è forse la parte più caratteristica, si fa notare per l’immancabile calandra a forma di clessidra schiacciata, tipica del family feeling del luxury brand giapponese. Anche i fari non sono da meno, sottili ed accigliati, sembrano quasi degli occhi minacciosi. Ci piace molto anche il contrasto tra il cofano, lungo e piatto, ed i parafanghi ai lati, piuttosto bombati. Anche la fiancata ha degli spunti di interesse non da poco, con delle forme molto movimentate, ed il finestrino posteriore che non segue la linea di cintura, interrompendosi con un taglio netto. La coda è forse la parte meno innovativa, ma comunque si fa guardare, con i fari che si allungano orizzontalmente verso la fiancata ed il doppio scarico, ben in vista. Tra l’altro l’auto in prova aveva la gommatura meno estrema, che sicuramente predilige in comfort, ma con i cerchi più grandi (da 19″) l’impatto estetico sarebbe stato, e non di poco, ancora maggiore.
Interni: un vero salotto. Davvero spettacolare (soprattutto da vedere) il doppio touch screen
Trattandosi di brand di lusso (per chi non lo sapesse ancora Infiniti è il marchio di lusso di Nissan, un po’ come Lexus per Toyota), l’abitacolo non poteva che essere caratterizzato da materiali pregiati, finiture sontuose, e generale sensazione di trovarsi in un salotto, di quelli buoni. Ma prima ancora della pregiata pelle dei sedili, del morbido rivestimento della plancia, quello che più salta all’occhio, con un effetto “wow” assicurato per chiunque salga in macchina, sono i due schermi touch screen sovrapposti del sistema di infotainment. Davvero spettacolare. In primo ingloba, in primis, le funzioni del navigatore e clima, mentre quello più in basso, che in pratica è un vero e proprio tablet integrato in plancia, si occupa della parte più “ludica”, tanto è vero che si possono installare diverse applicazioni, tra le quali anche facebook per chi non può fare a meno di essere sempre social. C’è da dire che sulle prime interfacciarsi con questo sistema non è il massimo dell’intuitività, ma una volta presa la giusta confidenza il tutto funziona eccome. Condivisibile, comunque, la scelta di mantenere comunque un numero non indifferente di tasti in plancia, a differenza di altre case, che optano per la scelta di integrare tutto nello schermo touch, eliminando praticamente ogni comando fisico. Per il resto, detto del doppio schermo e delle finiture eccellenti, la Q50 si fa apprezzare per il bel volante, piccolo e molto piacevole da impugnare, e per i sedili comodi ed accoglienti più della poltrona di casa. La posizione di guida, però, è più sul turistico rispetto al sedile da coupè che ci si aspetta di ritrovare su una BMW Serie 3. Anche l’abitabilità posteriore è buona, anche se lo spazio per le gambe non è sicuramente di quelli extralarge.
Comportamento su Strada:
Grande protagonista è lo sterzo, ma anche il resto fa la sua figura
E’ giunto il momento di parlare della guida, ed a tal proposito non possiamo che partire dal grande protagonista della vettura, il tanto acclamato sterzo by wire. Scendendo un po’ più nel tecnico c’è un continuo dialogo tra le centraline, che leggono i movimenti che le mani impartiscono al volante, trasferendo immediatamente gli input alle altre centraline che si occupano di muovere la cremagliera. Insomma, con questo sistema si elimina il classico piantone, riducendo giochi e ritardi nei tempi di risposta. Ma non solo, non essendo le ruote direttamente collegate con lo sterzo, ovviamente, tutte le sconnessioni dell’asfalto vengono ampiamente filtrate senza essere trasmesse sul volante. Questo consente una guida più precisa, con delle linee perfette, senza che sia necessario intervenire con piccole correzioni. Proprio l’elettronica, tra l’altro, consente di avere più sterzi in uno, in maniera ben più marcata rispetto ai tradizionali tasti sport, che spesso agiscono solo e soltanto sulla pesantezza del volante. Qui sulla Q50, invece, per mezzo del touch screen si scelgono le diverse impostazioni. In comfort si ha uno sterzo quasi all’americana, molto leggero, tanto che lo muovi quasi con un dito, e non troppo solerte nel trasferire i comandi impartiti. Basta però premere il tasto sport per ritrovarsi un volante che farebbe un figurone anche sulle supercar blasonate. Prontissimo ed immediato nella risposta, ma anche comunicativo, pur riuscendo a filtrare bene le asperità dell’asfalto. Uno sterzo così ti invita non poco ad aggredire le curve, scoprendo un assetto che pur sufficientemente frenato per non concedere troppo al rollio, non nasce per aggredire il misto stretto. Con le gomme da 19″, probabilmente, le sensazioni sarebbero state ancora più amplificate. Ma la tecnologia di questa Q50 non si ferma allo sterzo. Ci sono una miriade di sistemi tecnologici e di sicurezza che ti fanno credere come la guida automatica non sia poi tanto lontana. Tra cruise adattivo, che mantiene la distanza di sicurezza e sistema di mantenimento della corsia di marcia, in autostrada, si può dire che la Q50 vada praticamente da “sola”. Completano il quadro il radar anteriore e l’indicatore dell’angolo cieco del retrovisore. Insomma, non si può dire che la Q50 non sia attrezzata per viaggiare e macinare chilometri su chilometri, anche se alla voce comfort emerge quello che è il difetto principale di questa Infiniti: il 2.2 quattro cilindri di derivazione Mercedes non sembra isolato alla perfezione, e trasmette qualche vibrazione di troppo a minimo, ed una tonalità non proprio signorile come ci si aspetterebbe in accelerazione. Nulla da dire, invece, a velocità costante. Rimane infine da parlare del cambio, un automatico a sette rapporti con bellissimi paddle al voltante che non sfigura affatto, anche se la rapidità dei doppia frizione resta un gradino sopra. Si è ricompensati, però, da una gran fluidità di marcia.
Motore e Prestazioni:
Bene, in primis grazie all’ottimo valore di coppia
Tornando a parlare del motore, dopo avergli rimproverato una voce non troppo discreta, dobbiamo dire che il quattro cilindri di derivazione Mercedes si fa apprezzare innanzitutto per l’ottimo valore di coppia, di ben 400nm, che consente sempre una spinta piuttosto vigorosa. Anche le prestazioni, con i 170cv, risultano convincenti, con lo zero cento che viene coperto in 8.5 secondi netti. Ma al di là dei numeri, quello che più conta, è che l’accoppiata tra cambio e motore funziona benone, sia quando si mantiene un andatura turistica, con un filo di gas, sia quando si pesta con decisione, non avendo mai l’impressione di chiedere alla meccanica qualcosa per cui è con il fiato corto.
Consumi e Costi:
Come prevedibile non costa poco, ma almeno beve altrettanto poco
Trattandosi di una berlinona che comunque misura 4.80 metri il consumo che permette di realizzare il 2.2 turbodiesel è davvero ottimo. In base al dichiarato siamo sui 4.8 litri/100km, mentre noi, durante la nostra prova, abbiamo registrato, in base al computer di bordo, medie che andavano dai 6.8 litri/100km facendo parecchia città, ai 5.3 litri/100km andando in autostrada a velocità di codice. Passando, invece al prezzo, trattandosi di un prodotto assolutamente premium nessuno si aspettava un listino da discount. I prezzi partono da circa 39.000€ per la versione base, mentre salendo di allestimenti e dotazioni è un attimo superare la soglia dei 50.000€ e oltre.
Pro e Contro
Ci Piace | Non Ci Piace |
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Sterzo: anticipa i tempi e lo fa in ottimo modo. Atmosfera a bordo che fa sentire coccolati | Qualche vibrazione di troppo a minimo. |
Infiniti Q50 2.2d 7AT: la Pagella di Motorionline
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