La Cina contro i dazi: “Adotteremo tutte le misure necessarie per difenderci”
Pechino afferma che la decisione dell'UE viola i principi di "obiettività, equità, non discriminazione e trasparenza"
La Cina si impegnerà pienamente a proteggere i diritti e gli interessi legittimi delle sue imprese in risposta alla versione definitiva delle tariffe compensative proposte dall’Unione Europea sugli import di veicoli elettrici “made in China“. In una nota del ministero del Commercio, Pechino ha ribadito che le conclusioni pregiudiziali dell’indagine europea sulle sovvenzioni violano i principi di “obiettività, equità, non discriminazione e trasparenza”, non rispettando neppure le norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Secondo Pechino, si tratterebbe quindi di un caso di “concorrenza sleale mascherata da concorrenza leale”.
La Cina contro l’Europa per i dazi alle sue auto
Il ministero ha aggiunto che, durante l’indagine, il governo e l’industria cinesi hanno presentato decine di migliaia di pagine di documenti legali e prove, utilizzando vari strumenti come l’invio di questionari, commenti scritti e dichiarazioni durante le audizioni, per fornire un’analisi completa e dettagliata delle posizioni irragionevoli dell‘Unione Europea.
Dalla fine di giugno, Pechino e Bruxelles hanno tenuto oltre dieci cicli di consultazioni tecniche su questo caso, basandosi su fatti e normative. La Cina, ha concluso la nota, è sempre stata sincera e determinata a risolvere le controversie commerciali con l’Unione Europea attraverso il dialogo e la consultazione. Pechino auspica che l’UE adotti un approccio razionale e pragmatico, accelerando le discussioni per trovare soluzioni adeguate e prendendo misure concrete per risolvere la questione, evitando così ulteriori tensioni commerciali.
Anche la China Association of Automobile Manufacturers (Caam), l’influente associazione dei produttori di veicoli del Paese, ha criticato duramente la bozza finale della Commissione europea sui dazi compensativi sulle auto elettriche prodotte in Cina, avvertendo che essa comporta “rischi enormi e incertezza” per le operazioni e gli investimenti delle aziende cinesi nell’Unione Europea.
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