La crisi dell’auto travolge l’indotto: il fornitore Schaeffler annuncia 4.700 licenziamenti e la chiusura di due fabbriche

Pesante taglio del personale nelle sue sedi europee dell'azienda specializzata nella produzione di cuscinetti per l'industria automobilistica

La crisi dell’auto travolge l’indotto: il fornitore Schaeffler annuncia 4.700 licenziamenti e la chiusura di due fabbriche

La crisi del settore dell’auto si aggrava ulteriormente con sanguinose ricadute occupazionali. Dopo il rischio chiusura di alcune fabbriche Volkswagen e l’annuncio di Michelin che “entro l’inizio del 2026” chiuderà due stabilimenti in Francia (Cholet e Vannes) licenziando complessivamente 1.254 lavoratori, arriva un’altra brutta notizia dall’indotto.

La Schaeffler, fornitore automobilistico tedesco, ha annunciato l’intenzione di licenziare circa 4.700 dipendenti e di chiudere due impianti. Il pesante taglio del personale è stato reso noto attraverso una nota ufficiale del gruppo: “Si tratta della risposta dell’azienda a un ambiente di mercato difficile, alla crescente concorrenza globale e alla trasformazione in corso, in particolare nell’industria degli equipaggiatori automobilistici”.

Il piano del fornitore tedesco

La Schaeffler, che produce cuscinetti per l’industria automobilistica, di recente aveva portato a termini la fusione con il fornitore Vitesco, operazione che avrebbe portato al taglio di alcuni posti di lavoro, con l’obiettivo dell’azienda tedesca, che dopo la fusione conta oltre 120.000 dipendenti, di ridurre del 3% il costo del lavoro, permettendole di risparmiare di circa 290 milioni di euro all’anno entro la fine del 2029. Inoltre, il nuovo gruppo ha annunciato anche la delocalizzazione di una parte della produzione.

I tagli del personale annunciati da Schaeffler, che avverranno tra il 2025 e il 2027, riguarderanno principalmente dieci stabilimenti in Germania e altri cinque in Europa. Il fornitore tedesco ha anche una fabbrica in Italia, in provincia di Novara, ma al momento non è chiaro se i tagli coinvolgeranno anche i lavoratori italiani.

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