Lamborghini Countach LPI 800-4: Marcello Gandini prende le distanze dal progetto

La nuova Countach non è fedele al modello originale, secondo Gandini

All’inizio di quest’anno, Lamborghini ha presentato la nuova Lamborghini Countach LPI 800-4 con sotto il cofano un motore V12 dotato della tecnologia ibrida. Sebbene sia chiaramente una supercar moderna, il tributo progettato da Mitja Borkert prende in prestito molto dal design originale della Countach del 1971 progettata da Marcello Gandini.

Nelle scorse ore, proprio quest’ultimo ha preso le distanze dalla nuova Countach, affermando che non solo non ha approvato il progetto di Lamborghini, ma riteneva che la casa automobilistica bolognese non dovesse rivisitare la vettura.

Gandini non sapeva che la vettura entrasse in produzione

In molti hanno riportato che il brand del Gruppo Volkswagen aveva cercato l’approvazione di Gandini per la sua moderna interpretazione della Countach. Tuttavia, come spiegato da Gandini, non gli è mai stato rivelato che Lamborghini avesse intenzione di mettere in produzione questo particolare concept.

Attraverso un comunicato ufficiale rilasciato tramite la figlia Marzia Gandini, il designer ha chiarito di non aver partecipato e di non aver approvato il progetto. La dichiarazione ha inoltre riportato che l’argomento circa l’avvio della produzione della Countach LPI 800-4 non è stato mai affrontato durante l’incontro tra Gandini e Borkert, attuale capo design di Lamborghini.

Né prima, né durante l’intervista è stato affermato che l’auto era prevista per la produzione in serie limitata. Con l’eleganza e la gentilezza che da sempre contraddistinguono Marcello Gandini, quando Mitja Borkert ha presentato il modellino in scala durante l’intervista, il primo ha sorriso e riconosciuto come sarebbe consuetudine farlo”, si legge nella dichiarazione di Gandini.

La stessa nota riporta che Gandini pensava che la nuova Lamborghini Countach non fosse fedele al veicolo originale.

Marcello Gandini desidera ribadire di non aver avuto alcun ruolo in questa operazione e, in quanto autore e creatore del design originale del 1971, desidera chiarire che il restyling non riflette il suo spirito e la sua visione. Ho costruito la mia identità di designer, soprattutto quando lavoro sulle supercar per Lamborghini, su un concetto unico: ogni nuovo modello su cui lavorerei sarebbe un’innovazione, una rottura, qualcosa di completamente diverso dal precedente. Il coraggio, la capacità di creare una pausa senza attenersi al successo della vettura precedente, la fiducia nel non voler cedere all’abitudine sono stati l’essenza stessa del mio lavoro. È chiaro che i mercati e il marketing stesso sono cambiati molto da allora, ma per quanto mi riguarda, ripetere un modello del passato, rappresenta per me la negazione dei principi fondanti del mio DNA”, conclude la dichiarazione.

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