Lamborghini Road Trip: un viaggio con Diablo, Murciélago, Aventador SVJ e Ultimae Roadster [VIDEO]
Il saluto al motore V12, termico puro, prima della sua elettrificazione
Nell’anno delle celebrazioni del suo motore V12, Lamborghini ci ha invitato a fare un road trip da Sant’Agata Bolognese alla campagna toscana, alla guida dei modelli più iconici del Toro dotati dell’ultimo V12 termico puro. Quali sono state le nostre compagne? La Diablo SE 6.0, la Lamborghini Murciélago (Versace Coupé), la Lamborghini Aventador SVJ coupé e la Aventador Ultimae Roadster.
Lamborghini Diablo SE 6.0
Lamborghini ha intenzione di mandare “parzialmente” in pensione il suo motore V12 aspirato per fare posto a una gamma completa di veicoli elettrificati dotati di propulsori ibridi e del nuovo V12 Plug in e, come una sorta di parata celebrativa, ci ha fatto dapprima assaporare la guida di una Lamborghini Diablo. Tra le Lamborghini più iconiche, la prima ad essere offerta anche con la trazione integrale. Pensate che al momento della sua uscita veniva identificata come vera e propria Hypercar grazie alle sue prestazioni estreme.
In sua compagnia non sono state poche le persone che si sono voltate a guardare la sua linea sportiva, filante e muscolosa, ma solo dopo che le loro orecchie captassero in lontananza il suono del suo roco V12. La base tecnica rimane sempre il V12 di 60 gradi, direttamente derivato da quello nato nel 1963 e con capacità di 3.5 litri, portato negli anni a 5.7 litri di cilindrata; la stessa al momento del suo debutto avvenuto nel 1990.
Nella sua posizione longitudinale posteriore, il motore sviluppava una potenza di 492 CV a 6.800 giri, per 580 Nm di coppia a 5.200 giri/min. Nel 1999 il motore della Diablo viene, però, portato a 6 litri fino a raggiungere i 525 CV e i 605 Nm di coppia, grazie alla migliore taratura dell’iniezione.
Sensazioni di guida? Nessun filtro. Di nessuna sorta. La Diablo è un prolungamento del tuo corpo; se tu freni lei frena, se tu pennelli la curva in modo perfetto disegnerai quel tornante come un esperto artista, se tu sbagli ed entri in curva sbagliando i calcoli…beh, preparati a metterci una pezza perché lei ti segue fedelmente e interpreta i tuoi comandi, anche quelli errati. Sei tu che guidi lei, non il contrario. Il cambio manuale deve essere comandato con forza ma con attenzione. E il gioco del piede sulla frizione deve essere sincronizzato con il movimento della mano per evitare indesiderabili e, quanto meno, vergognose grattate a questa iconica regina dal cuore a “V”.
Lamborghini Murciélago Versace Coupé
C’è poi stato il turno della Lamborghini Murciélago. Che dire; il salto tra la Diablo e la Murciélago al volante si sente eccome. Più sicura, più “aderente” alle tue inclinazioni. È già dotata del cambio robotizzato a sei velocità con palette al volante. Volante alla mano è più simile alle sorelle Aventador, capace di frenare forte, inserirsi in curva con più precisione rispetto alla Diablo e infondere sicurezza, mischiata con una ingente dose di emozione, soprattutto durante le accelerazioni.
La Murciélago debuttò in compagnia del suo V12 nel settembre del 2001, con un cuore da 6.2 litri e una potenza di 580 CV. Le migliorie apportate allo stile di guida, rispetto, alla Diablo, sono dovute anche all’abbassamento di 5 cm verso il basso del V12, così da avere una maggiore guidabilità, col la prima generazione capace poi di raggiungere senza esitazioni i 300 km/h e scattare dallo 0-100 km in soli 3.8 secondi.
La sua seconda generazione (sia coupé che roadster) debutta nel 2007 con il V12 portato a 640 CV, mentre nel 2010 la potenza sale a 650 CV fino ad arrivare a 670 CV per la Super Veloce. La sensazione di migliore controllo della strada è dovuta anche grazie alla presenza della trazione integrale, con un sistema mutuato direttamente da quello della precedente Diablo, capace di ripartire la coppia fino al 70% al posteriore con un 30% davanti. Per la Murciélago fu completamente rivista la ciclistica, con l’introduzione di nuove sospensioni e nuove geometrie.
La Murciélago, inoltre, è stata l’ultima V12 di Lamborghini ad essere equipaggiata con il cambio meccanico manuale a sei rapporti, successivamente fu, però, introdotto il cambio elettronico robotizzato con la successione dei rapporti mediante le palette poste dietro al volante.
La “gita” non era certo finita qui, ora toccava alle “sorelle” più moderne; la Lamborghini Aventador SVJ coupé e la Aventador Ultimae Roadster.
Lamborghini Aventador SVJ coupé
Lei è la supercar del Toro che mi ha emozionato di più durante le miei scorribande tra le campagne toscane. Il suo design altamente sportivo e corsaiolo non serve solo per far strabuzzare gli occhi, ma l’inserimento sul suo corpo degli elementi aerodinamici le permettono di trasformarsi, alla guida, in un missile “terra-terra” che mi ha permesso di emozionarmi e divertirmi alla guida imboccando una curva dietro l’altra con precisione chirurgica. Parlo della Aventador SVJ coupé.
Insomma, è un vero capolavoro venuto fuori da un sapiente mix di ingredienti sopraffini che il “barman” Lamborghini ha miscelato con cura per far venire fuori un cocktail micidiale ma assolutamente esclusivo. Quali sono questi ingredienti? Materiali leggeri, soluzioni mutuate dalle corse GT e un sistema ALA 2.0 (la sua ala posteriore mobile) per massimizzare prestazioni e dinamica di guida.
E poi come dimenticare il suo motore: un V12 aspirato da 770 CV (720 Nm a 6.750 giri/min); con tutta la cavalleria incanalata a terra senza colpo ferire grazie alla presenza delle quattro ruote sterzanti. Una caratteristica che mi ha dato la sensazione di dirigere facilmente tra le curve la Aventador SVJ coupé, come se fosse uno strumento chirurgico, precisissimo, nelle mani di un dottore esperto. Alla guida è estremamente, e in ugual misura, agile e potente, con la possibilità di bruciare i 100 km/h da fermo in 8 secondi per poi librarsi a 350 km/h di velocità massima.
Lamborghini Aventador Ultimae Roadster
E infine lei, la Lamborghini Aventador col motore V12 più potente. Ben 780 cavalli (6.5 litri). Il suo cuore è il V12 aspirato nella sua versione finale. Un “muscolo cardiaco” che mantiene vive le esclusive 350 unità della Aventador Ultimae coupè e le 250 della Aventador Ultimae Roadster. E su una di queste ultime mi ci sono seduto anche io.
L’emozione suscitata è stata molto simile a quella provata sulla SVJ. Quindi tanta potenza, tanto divertimento ma senza dimenticare una certa dose di controllo visto che la sua spinta in accelerazione ha fine solo quando si raggiungono gli 8.500 giri.
Perché “controllo“? Perché anche per la Ultimae c’è la trazione integrale permanente, quindi si può dire che la Aventador Ultimae sia una sorta di mix tra la dinamica di guida della Aventador S, le prestazioni della Aventador SVJ e il design iconico delle Aventador. Una miscelata di gusti per saziare ogni tipologia di palato; anche quelli piu sopraffini e difficili. Lei non è solo tutta sportività e cuore. A renderla un abito adatto per differenti situazioni ci pensano le sue linee eleganti e sportive allo stesso tempo, con un profilo dalle linee pulite e taglienti, come deve essere l’Aventador.
Sensazioni di guida? Anche sulla Aventador Ultimae sono stato ben felice di aver con me la trazione integrale permanente e, in più, le quattro ruote sterzanti. Il risultato: una grande agilità sui tornanti più stretti e alle velocità meno sostenute, e una ottima stabilità alle alte velocità. Insomma, con 780 CV da gestire è meglio avere dei validi aiuti per indirizzare la potenza al meglio, non trovate? Se poi ci aggiungiamo che c’è pure un alettone posteriore che si setta automaticamente su tre posizioni; ora per migliorare la stabilità, ora per migliorare e aumentare l’efficienza o la velocità, la sensazione “volante alla mano” è di massima godibilità.
Addio o arrivederci?
Ora. Sull’erede della Aventador Lamborghini ci dovrà, forse, essere un nuovo motore dodici cilindri con sistema ibrido Plug-in. Il powertrain elettrificato, che potrebbe confermare anche l’aspirazione naturale del V12, manterrebbe in questo modo anche le apprezzate e coinvolgenti sonorità del rombo che vengono messe in discussione ogni qual volta una supercar fa un passo verso l’elettrico.
Il brand prevede di investire almeno 1,8 miliardi di euro per elettrificare la sua gamma di supercar. Parliamo di un aumento importante rispetto agli oltre 1,5 miliardi di euro inizialmente previsti. Inoltre, questo denaro verrà apparentemente utilizzato per lanciare le versioni ibride dei successori di Huracan, Urus e Aventador, dai nomi al momento sconosciuti. Se la tradizionale base termica verrà mantenuta e non troppo sacrificata dall’elettrificazione, anche nel prossimo futuro del Toro, ci sarà di che divertirsi. Garantito.
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