Le materie prime per le batterie arriveranno dai fondali marini. Ma c’è già che dice “No”

La mobilità elettrica o elettrificata è davvero sostenibile e amica dell'ambiente?

Le materie prime per le batterie arriveranno dai fondali marini. Ma c’è già che dice “No”

La nuova mobilità elettrica ha una grande necessità di batterie, ecco perché le case automobilistiche, supportate dalle varie compagnie minerarie, guardano con grande interesse verso nuovi siti ricchi di minerali…presenti sul fondo del mare. Una brutta notizia per l’ecosistema marino; tra i più ricchi di vita e non solo di materiale prezioso.

Le case automobilistiche stanno orientando i propri interessi ‘in fondo al mar’ e nel frattempo stanno iniziando a testare apparecchiature e attrezzature necessarie a estrarre i minerali dal fondo marino, caratterizzato dalla folta presenza di nichel, cobalto e rame che, usualmente, si trovano a profondità di oltre 3.000 metri e che sono necessari per creare gli accumulatori.

Secondo gli ultimi dati, ci sarebbero oltre 274 milioni di tonnellate di nichel in un’area di 1,7 milioni di miglia quadrate dell’Oceano Pacifico, una famosa zona che prende il nome di Clarion-Clipperton, mentre la quantità di cobalto che si può trovare sul fondo marino sarebbe di 44 milioni di tonnellate di cobalto rispetto ai soli 7,5 milioni presenti sulla terra. Una grade differenza.

Se questi rumors fossero veri e se davvero le case automobilistiche fossero pronte a scandagliare anche i fondi marini, sarebbe davvero difficile parlare di mobilità elettrica come veramente “sostenibile” visto che porterebbe a deturpare irrimediabilmente il pianeta, piuttosto che a preservarlo.

L’Autorità internazionale dei Fondali Marini (International Seabed Authority) composta da quasi 200 Paesi membri sta già sviluppando delle nuove norme per limitare lo sfruttamento e le attività minerarie sui fondi marini, scelta che ha fatto tirare un respiro di sollievo alle molte associazioni ambientaliste già in pre-allarme.

Per fortuna, molte case automobilistiche si sono formalmente impegnate a non utilizzare materie prime estratte dai fondali marini, per non apportare danni all’ambiente. Quello stesso ambiente che la nuova mobilità elettrica vorrebbe difendere.

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