Maserati 8CTF: quella volta a Indianapolis nel 1939 [FOTO]

Sono trascorsi 80 anni

Maserati riporta gli appassionati al 30 maggio 1939, precisamente a uno storico successo colto a bordo di una 8CTF sul tracciato di Indianapolis, in occasione della 500 Miglia corsa quell'anno

Warren Wilbur Shaw, a bordo di una Maserati 8CTF, tagliò per primo il traguardo dopo 4 ore e 20 minuti di gara, a una media superiore alle 115 miglia orarie, ovvero 185 km/h. Era il lontano 30 maggio del 1939. Un giorno da ricordare per il Tridente sul celeberrimo tracciato di Indianapolis, in occasione della 500 Miglia. Un momento storico, a distanza di 80 anni.

Una vettura vincente

Le potenzialità delle Maserati erano già note nel 1938, considerando ad esempio i trascorsi del Conte Carlo Felice Trossi, in testa per diverse tornate durante il GP di Tripoli e velocissimo anche in occasione della Coppa Ciano; oppure la magistrale prestazione del leggendario Luigi “Gigi” Villoresi alla Coppa Acerbo, dove siglò il giro più veloce in gara. L’impresa di Indianapolis prese forma con l’acquisto di un esemplare di 8CTF gestito dalla Boyle Racing Headquarters di Chicago, una formazione appartenente all’irlandese Michael Joseph “Mike” Boyle. Il suo intento era chiaro: vincere la mitica 500 Miglia, una delle più famose tra le corse statunitensi. Prima c’erano stati altri tentativi senza risultati di rilievo, come ricordato nell’occasione, schierando esemplari di Summers, Cooper, Smith, iscritte come Boyle Products/Henning, Boyle Motor Products, IBEW Boyle Racing.
Nel 1939, dunque, il team manager delle formazioni legate a Boyle, Harry W. “Cotton” Henning, giunse a Bologna per acquistare una 8CTF del Tridente. Presa l’auto, si intervenne sul modello dotandolo di una configurazione da corsa, rivestendolo di amaranto (il colore della Boyle Racing Headquarters), quindi applicando ruote maggiorate e gomme Firestone. La monoposto fu affidata a Warren Wilbur Shaw e iscritta alla corsa sotto l’egida “Boyle Special”. Partendo dal terzo tempo conquistato in qualifica, Shaw quel 30 maggio del 1939 riuscì a gestire il confronto con Louis Meyer e Jimmy Snyder, rispettivamente a bordo di esemplari siglati Stevens-Winfield e Adams-Sparks, concludendo in testa la 500 Miglia di Indianapolis dopo ben 51 tornate al comando. Un risultato storico per Maserati, considerando anche che un’auto europea non era più riuscita a imporsi nel celebre “catino” dal lontano 1919.
Nel 1940 furono quattro gli esemplari di Maserati schierati nel nuovo appuntamento della 500 miglia e Shaw confermò l’ottimo feeling con la sportiva del Tridente, vincendo nuovamente sulla storica pista americana. Le elevate prestazioni degli esemplari 8CTF divennero celebri. Continuarono ad essere protagoniste sino agli anni ’50, ossia quando Bill Vulcanich non riuscì a qualificarsi alla nuova edizione della 500 Miglia di Indianapolis. Una carriera sportiva comunque lunga e prestigiosa, tanto che nel 2014 la Historical Vehicle Association (HVA) ha registrato la Maserati 8CTF come prima vettura non prodotta negli Stati Uniti ad entrare negli annali della Biblioteca del Congresso USA. Presente fra gli “Standard for Heritage Documentation” del Ministero degli Interni, parte del National Historic Vehicle Register (NHVR) e dell’Historic American Engineering Record (HAER), secondo le indicazioni diffuse. L’esemplare condotto da Wilbur Shaw al doppio successo nella 500 Miglia di Indianapolis nel 1939 e 1940, numero di telaio 3032, risulta attualmente esposto all’Indianapolis Speedway Museum. Presenta la stessa livrea con cui ha corso allora.

Le caratteristiche del modello

La Maserati 8CTF presenta un telaio plasmato con le tipiche caratteristiche delle monoposto realizzate in quel tempo, ossia caratterizzato da due longheroni in profilati d’acciaio (stampati con sezione a C) e traverse, legati tramite chiodatura. Il peso segnalato ammonta a 780 kg. La vettura è equipaggiata con un propulsore a 8 cilindri in linea, assemblato con due gruppi di 4 cilindri fusi con la testata, in blocco unico. Schema collegato alla stessa sigla del modello “8CTF”, che segnala appunto “8 cilindri, testa fissa”. Un’unità da 2991,4 cc complessivi, con un rapporto di compressione pari a 6,5:1 e alimentazione forzata tramite due carburatori e due compressori volumetrici. È dotata di distribuzione a due valvole per cilindro, che disegnano una V di 90° e un doppio albero a camme in testa, in grado di sviluppare 350 cavalli inizialmente. Poi divenuti 365 dal 1939, l’anno del successo a Indianapolis. La potenza è scandita attraverso una trasmissione meccanica a quattro rapporti, oltre alla retromarcia. Questa monoposto può raggiungere i 290 km/h di velocità massima. Un risultato ragguardevole per l’epoca.
Quella sul tracciato dell’Indiana non era stata la prima esperienza oltre oceano per il marchio emiliano. Nei primi anni ’30 lo stesso Alfieri Maserati era stato invitato ad alcuni appuntamenti oltre oceano. La cessione del pacchetto azionario aziendale al Gruppo Orsi, risalente a maggio del 1937, consentì ai fratelli Maserati lo sviluppo di nuovi esemplari da corsa. La 8CTF prese forma quando l’autorità sportiva internazionale intervenne sul regolamento tecnico delle vetture da Gran Premio, partendo proprio dal 1938. Regole più restrittive che non consentirono più una cilindrata libera, bensì vincolata in funzione del peso dell’auto, sino a 3000 cc per i motori dotati di compressori. Dunque Ernesto Maserati, proprio valutando le nuove regole, diede forma alla futura protagonista sul “catino” dell’Indiana.
Wilbur Shaw figura ancora oggi tra i 5 piloti più vincenti ad Indianapolis nell’arco di 13 partecipazioni, ottenendo ben tre affermazioni nel 1937, 1939, 1940 e tre secondi posti nel 1933, 1935 e 1938.

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