Mercato auto Europa, a marzo altro flop: -18,8%, con l’Italia a fare da zavorra
Il nostro Paese è ultimo tra 30 come performance nel trimestre
Il mercato automobilistico europeo continua a registrare ancora una volta risultati negativi, con il mese di marzo che, secondo i dati diffusi oggi da Acea, si è chiuso con una contrazione del 18,8% rispetto allo stesso mese del 2021.
Un altro tonfo che ha aggravato il bilancio del primo trimestre 2022, nel quale l’Italia ha trascinato verso il basso il mercato del Vecchio Continente. Nei primi tre mesi dell’anno in Europa sono state immatricolate 2.753.256 veicoli, con una flessione di 10,6% rispetto allo stesso periodo 2021, pari a una perdita di quasi 330.000 auto, delle quali un terzo, circa 110.000, perse nel solo mercato italiano.
Italia la peggiore di tutte nel primo trimestre 2022
Nel primo trimestre dell’anno, complice la prolungata attesa degli incentivi, l’Italia registra la peggiore performance di mercato fra tutti i 30 Paesi europei con un calo del 24,4%. Guardando ai dati del mese di marzo, il nostro Paese, con un -29,7% di immatricolazioni rispetto a marzo 2021, è il secondo peggiore fra i cinque principali mercati europei (peggio ha fatto la Spagna con un -30,2%), rispetto ad una media di -18,1% per gli altri quattro Paesi (Francia -19,5%, Germania -17,5% e Regno Unito -14,3%).
Italia in ritardo su diffusione di elettriche e ibride plug-in
In termini di volume totale di immatricolazioni, l’Italia occupa il quarto posto fra i cinque maggiori mercati sia a marzo che nel trimestre. Particolarmente negativo, rispetto agli altri quattro grandi Paesi europei, è il dato italiano relativo alle immatricolazioni di marzo sulla penetrazione di veicoli “alla spina” (elettrici e ibridi plug-in) con una quota dell’8,7%, molto lontana dai risultati di Germania (25,6%), Regno Unito (22,7%) e Francia (21,4%) e superata anche dalla Spagna (10,7%).
Cardinali (Unrae): “Ok incentivi, ma ancora troppi aspetti trascurati”
Pur apprezzando l’emanazione del DPCM con il piano triennale degli incentivi, Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, segnala alcuni aspetti importanti trascurati dal provvedimento: “Il mancato prolungamento da 180 a 300 giorni dei termini per l’immatricolazione delle auto incentivate; la riduzione del limite di prezzo per usufruire degli incentivi che colpisce proprio le auto elettriche; l’esclusione di aziende e società di noleggio dai beneficiari: sono tutti aspetti che riducono l’efficacia del decreto sia nell’ottica di accelerazione del processo di transizione energetica del parco circolante, sia come sostegno al settore automotive, ormai al terzo anno di una gravissima crisi”.
Scudieri (Anfia): “Servono interventi straordinari da parte dei governi”
Preoccupazioni per la situazione in atto sono espresse anche da Anfia, associazione nazionale della filiera industriale automobilistica, con il presidente Paolo Scudieri che commentando i dati negativi del mercato europeo afferma: “Le interruzioni correnti lungo la catena di fornitura di materie prime e componenti, ulteriormente esacerbate per effetto del proseguimento del conflitto Russia-Ucraina, hanno un impatto fortemente negativo sulla produzione di autoveicoli, caratterizzata da rallentamenti e blocchi che finiscono per incidere su tutti i comparti della filiera. Una situazione che mette a dura prova le imprese nel far fronte alla programmazione delle attività e alle maggiorazioni dei costi e che richiede interventi straordinari da parte dei governi per gestire la crisi.
In Italia, – prosegue Scudieri – auspichiamo che le misure di sostegno alla domanda che risulteranno presto accessibili possano risollevare le immatricolazioni di questo segmento, proseguendo nel percorso di progressiva decarbonizzazione della mobilità”.
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