Michelin Alpin 5, per la neve, ma soprattutto per l’inverno

In vendita dal prossimo autunno il nuovo pneumatico invernale

Non si finisce mai di imparare. La presentazione, tenutasi nella località austriaca di Innsbruck, dell’ultimo pneumatico invernale della casa di Clermont-Ferrand è stata ricca di sorprese, legate soprattutto allo studio ed allo sviluppo dei nuovi prodotti. Abbiamo avuto modo di scoprire quanti aspetti, che normalmente non ci verrebbe naturale accostare al mondo dell’auto, influiscano invece in maniera anche importante sulle caratteristiche che deve avere uno pneumatico per farci guidare in sicurezza.

L’approccio allo sviluppo di un nuovo prodotto a volte può essere gestito in modo diverso da quanto non ci si possa aspettare. Dobbiamo dire che Michelin ci ha saputo stupire, con la presentazione dell’ultimo nato di casa, uno pneumatico invernale destinato a vetture medie, l’Alpin 5. Ritrovarsi ad una conferenza stampa dove a raccontarci come sia stato sviluppato lo pneumatico ci sono un esperto di meteorologia, Sebastien Leas di Meteo France, ed un professore universitario che si occupa dello studio delle dinamiche del traffico e degli incidenti presso l’università di Dresda, Lars Hannawald, ci ha colpito. A stupire sono soprattutto i dati che sono stati snocciolati, alcuni dei quali tutt’altro che scontati. Per quanto riguarda il meteo abbiamo potuto scoprire che i climi europei vengono abitualmente suddivisi in 3 tipologie, nello specifico ci sono stati illustrati quello oceanico, mediterraneo e continentale. I tre hanno ovviamente peculiarità differenti, ma dal punto di vista dell’utilizzo della vettura e delle caratteristiche che deve avere uno pneumatico, poco cambia. A Praga nevica mediamente più spesso che a Milano o a Roma, ma ciò che importa è che nell’arco della stagione invernale, anche se con minore frequenza, con qualsiasi dei tre climi analizzati, si presenteranno condizioni meteo che rendono drasticamente più sicuro guidare con una gomma invernale piuttosto che con una estiva.

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La differenza, e questo invece è un dato che ci era già noto, anche se è sempre bene ricordarlo, delle prestazioni di una gomma estiva ed una invernale, può arrivare ad un rapporto di 1 a 2, come ad esempio per gli spazi di arresto necessari in una frenata sulla neve, ma sono comunque evidenti anche nella guida su asfalto umido o addirittura asciutto, quando le temperature scendono sotto i 7 gradi. Lo studio di 12.000 incidenti nell’arco di 10 anni, per ciascuno dei quali possono essere analizzati fino a 3.400 parametri, ce lo dimostra, mettendo in evidenza però anche aspetti del tutto inaspettati. Se il rischio di incidente è più elevato del 500% con fondi innevati, e del 1.000% sul ghiaccio, è strano constatare come solo l’8% degli incidenti nel periodo invernale avvenga in presenza di questi due elementi, il 35% con asfalto bagnato, e ben il 57% sull’asciutto. Tutto ciò dimostra, come già da anni ci viene detto, che uno pneumatico invernale sia importante anche se viviamo in città dove nevica pochi giorni all’anno, perché queste coperture sono studiate anche per poter circolare in sicurezza sulla neve, ma soprattutto per avere prestazioni, e garantire quindi un miglior controllo della vettura, in qualsiasi condizione durante la stagione fredda. Abbiamo avuto modo di scoprire anche che, come asserisce uno dei detti più popolari, non esistono più le mezze stagioni. Per gli esperti meteo esistono infatti solamente due stagioni, una da novembre a marzo ed una da maggio a settembre, in mezzo brevi periodi di transizione, dove però possiamo trovare, alternativamente, condizioni che appartengono sempre e comunque ad una o all’altra stagione. Oltre allo studio approfondito degli elementi climatici, della dinamica e dei parametri rilevati negli incidenti sono moltissimi gli altri aspetti che sono stati oggetto di analisi accurate da parte dei 6.600 specialisti della casa francese per sviluppare i nuovi pneumatici. Si va dalla chimica per la selezione del compound più appropriato, alla dinamica dei fluidi, allo studio della frizione tra elementi, la “tribologia”, passando dall’aerodinamica e tanto altro ancora. Alcuni di questi aspetti saranno prossimamente oggetto di approfondimento sulle pagine di Motorionline, insieme ad una presentazione più dettagliata del nuovo prodotto sviluppato da Michelin, le Alpin 5.

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Saranno il terzo pneumatico invernale della casa francese, oltre al Latitude Alpin, dedicato ai Suv, ed a coperture per usi più specici, come le gomme chiodate vendute nei paesi con climi estremi. Sostituiranno solo in parte le ancora ottime Alpin 4, che resteranno nei listini per le auto con misure di cerchi e gomme più ridotti. La nuova arrivata sarà infatti disponibile dal prossimo autunno (o come direbbe l’esperto meteo, dagli ultimi mesi della prossima stagione calda) in misure comprese tra 195/65 R15 e 225/45 R17, posizionandosi di fatto in modo intermedio tra Alpin 4 e Pilot Alpin 4, pneumatico che ha debuttato lo scorso anno e che si propone come soluzione per le auto più sportive, che utilizzano cerchi da oltre 18”. In attesa delle nostre impressioni dopo il test che abbiamo avuto modo di effettuare, possiamo anticiparvi che, nel pieno rispetto del motto di casa, Total Performance, l’Alpin 5 migliora, in misura media del 3-5%, in ciascuno dei 13 parametri analizzati, come potete osservare dai risultati del confronto con il precedente modello di Michelin Alpin.

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1 commento

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  • MASSIMO ha detto:

    Ora sicuramente questo Alpin 5 batterà il Continental TS 850 che è per ora il pneumatico top dell’inverno…

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