Motore a sei tempi Porsche: l’innovazione che può cambiare il futuro dei motori a benzina [VIDEO]
Con livelli di efficienza ed emissioni di C02 che potrebbero salvare il destino dell'endotermico
È notizia di qualche giorno fa del brevetto di Porsche, registrato negli Stati Uniti, dal titolo “Metodo per una macchina a combustione con due volte tre tempi“, in altri termini un motore a sei tempi. Si tratta di un’idea, suffragata dall’innovazione tecnica documentata nel brevetto, che potrebbe cambiare il futuro dei motori a combustione interna.
Mentre il destino dei propulsori endotermici appare segnato dal passaggio, sempre più totalizzante, all’elettrificazione, Porsche sta portando avanti un progetto ambizioso come quello del motore a sei tempi, sperimentando una tecnologia che potrebbe ridefinire completamente l’efficienza e la potenza dei motori endotermici.
Come funziona il rivoluzionario motore di Porsche
Un tradizionale motore a combustione interna di solito segue il ciclo a quattro tempi: aspirazione – compressione – espansione – scarico, che è la base del funzionamento dei motori a benzina. Durante l’aspirazione l’aria e il carburante entrano nel cilindro, dove poi interviene la compressione tramite il pistone che comprime la miscela, mentre nella successiva fase di espansione la miscela viene accesa spingendo il pistone verso il basso e generando potenza; infine nella fase di scarico i gas vengono espulsi dal cilindro.
Porsche ha deciso di intervenire su questo “dogma” tecnologico introducendo due fasi extra al ciclo a quattro tempi, che diventa così un ciclo a sei tempi di questo tipo: aspirazione – compressione – espansione – compressione – espansione – scarico. L’innovativo motore è quindi capace di compiere due compressioni e due espansioni in serie grazie ad uno speciale albero a gomiti che cambia il movimento del pistone, consentendogli di eseguire un movimento aggiuntivo prima di scaricare i gas.
I vantaggi del motore a sei tempi
Il motore a sei tempi di Porsche permette di ottenere diversi vantaggi. Il primo è la capacità di generare più potenza. Mentre nei motori a quattro tempi solo una corsa su quattro produce effettivamente energia con il motore a sei tempi è una corsa su tre a generare potenza, sfruttando quindi al massimo ogni goccia di carburante.
Altro vantaggio è la maggiore efficienza energetica, relativa alla capacità di ridurre gli sprechi di carburante, che in molti motori a quattro tempi in parte non viene bruciato completamente. Grazie alla doppia compressione e alla doppia espansione il motore a sei tempi riesce a bruciare il carburante in modo più efficiente, riducendo di conseguenza le emissioni di CO2 prodotte.
Gli ostacoli
L’innovazione di Porsche e del suo motore a sei tempi deve inevitabilmente fare i conti con una serie di ostacoli, come è normale che sia per un’ambiziosa sfida tecnologica come quella intrapresa dalla Casa tedesca. Il primo grande ostacolo è legato alla complessità del design di un motore di questo tipo, cosa che potrebbe significare anche un aumento del rischio di guasti e la necessità di una manutenzione più frequente e complicata, fattori questi che potrebbero scoraggiare le Case automobilistiche dall’adottare questa tecnologia per la produzione di massa.
Un altro potenziale problema del motore a sei tempi riguarda l’affidabilità nel lungo termine e i costi elevati per la realizzazione di un propulsore così complesso che richiede componenti specifici e una tecnologia costosa come l’albero a gomiti modificato. Questo potrebbe far lievitare i costi di produzione e di conseguenza il prezzo finale delle auto.
Alternativa all’elettrico per il futuro?
In ogni caso, mentre l’intero settore automotive si sposta sempre più verso l’elettrico, tale innovazione conferma che Porsche continua a investire in ricerca e sviluppo sui motori a combustione interna, con la possibilità nel prossimo futuro di trovare nel motore a sei tempi l’alternativa sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economica, all’alimentazione elettrica.
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