Multe, il termine di 90 giorni per contestarle parte dalla data di verifica dell’infrazione
La precisazione del Ministro Lupi che "bacchetta" i comuni
Fermo restando il termine di 90 giorni entro cui un’automobilista può contestare una multa presa per infrazioni al Codice della Strada, negli ultimi tempi, a seguito dell’incremento del numero delle multe soprattutto in alcune città, si è fatto un gran parlare sul momento esatto dal quale far partire la conta dei 90 giorni. In particolar modo a Milano la giunta comunale e l’assessore alla Sicurezza (da cui dipendono i vigili urbani del capoluogo lombardo) Marco Granelli, hanno ribadito più volte che i 90 giorni utili alla contestazione dei cittadini vanno calcolati a partire dal giorno in cui i fotogrammi delle presunte infrazioni vengono visionati dagli operatori, ed è su questa interpretazione che finora si è proceduto nel sanzionare gli automobilisti milanesi.
A smentire però le affermazione e il metodo dell’amministrazione di Palazzo Marino sono arrivate le parole del Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: “L’accertamento inizia quando l’operatore verifica l’infrazione. Le norme del Codice della Strada non sono fatte per sanare i bilanci“.
Le dichiarazioni del Ministro, chiaramente rivolte ai comuni, sono state seguite dalla pronta risposta dell’assessore Granelli che ha commentato: “Le dichiarazioni del ministro Lupi ci meravigliano. Voglio chiarire un equivoco: il Comune non fa cassa con le multe ma la Polizia locale ha il dovere di sanzionare chi non rispetta la legge e mette a repentaglio l’incolumità propria e quella degli altri utenti della strada. Anche così abbiamo dimezzato gli incidenti a Milano“.
Una polemica che mette ulteriore benzina sul fuoco nel dibattito già al centro della cronaca locale e nazionale sulle modalità e sulle procedure che hanno portato negli ultimi mesi ad un incremento delle multe comminate agli automobilisti sulle strade di Milano.
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