Nuova vita per la Ferrari 250 GT SWB

Quattordici mesi di lavoro per un restauro completo

Ferrari 250 GT SWB – Quattordici mesi di intenso lavoro, tanto è stato necessario per completare il restauro completo, dal motore alla carrozzeria, dalle sospensioni a tutta l’impiantistica, di una 250 GT SWB Berlinetta Competizione. Arrivata a Maranello nel marzo del 2014, i lavori sono iniziati nell’estate di quello stesso anno per terminare la scorsa settimana, quando la vettura è tornata nelle mani del suo proprietario.
Nomi celebri. Secondo i non molti documenti disponibili, il primo a possedere l’auto fu Dorino Serafini, pilota GT e di Formula 1 capace anche di un podio nel Mondiale con la Scuderia Ferrari (al GP d’Italia 1950), che però non la impiegò mai se non in gare di secondo piano. Nel 1964 la 250 GT SWB venne venduta al francese René Richard che però la danneggiò e la cedette al pilota belga, ma anche abilissimo meccanico, Lucien Bianchi. Dopo la riparazione l’auto fu dipinta di colore blu scuro mentre gli interni divennero neri. Poco dopo da Bianchi la vettura passò nelle mani di un altro pilota con una carriera nelle competizioni GT e in Formula 1, il francese Jacques Pollet, che cambiò ancora una volta la carrozzeria tingendola di grigio.
Le ultime modifiche. Nel 1984 la vettura andò all’asta ad un collezionista belga e nel 1992 fu dipinta di giallo in omaggio a quelli che erano i colori nazionali di quel Paese nei primi anni dell’automobilismo agonistico. Proprio in giallo la vettura è entrata al dipartimento Classiche di Maranello per uscirne completamente restaurata e con un nuovo colore di carrozzeria. La scelta del proprietario, un collezionista innamorato della Ferrari, è caduta su un grigio Pininfarina simile a quello che veniva impiegato su molte Ferrari alla fine degli anni Sessanta; per gli interni si è invece optato per il marrone.

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