Opel: il filtro anti particolato DPF per il diesel compie 20 anni

Venne presentato al Salone di Francoforte 2003

Opel: il filtro anti particolato DPF per il diesel compie 20 anni

Vent’anni fa faceva il suo debutto il nuovo filtro DFP per le vetture diesel di Opel, senza l’utilizzo di additivi. Era il settembre 2003, quando venne presentato per la prima volta al Salone di Francoforte, adottato inizialmente su Vectra e Signum, per poi venir esteso successivamente ad altri modelli della casa tedesca.

I vantaggi

La novità del DFP del marchio del fulmine era legata ad una innovativa strategia rigenerativa, che permetteva al mantenimento di prestazioni, consumi ed emissioni di CO2 entro livelli simili a quelli di un motore privo di filtro. Il post-trattamento, che comprendeva la presenza di un pre-catalizzatore nelle immediate vicinanze del propulsore e di un catalizzatore ossidante, era studiato per ridurre tutte le emissioni allo scarico, con particolare riguardo a quelle di idrocarburi incombusti (HC) e di monossido di carbonio (CO).

Un altro vantaggio della soluzione proposta da Opel era che la rigenerazione avveniva ad intervalli irregolari, in funzione del modo di guidare prevalente: ad esempio, la combustione del particolato filtrato e l’iniezione aggiuntiva di gasolio si aveva solo quando il particolato aveva provocato una sufficiente contropressione nel filtro.

Il funzionamento

Il nuovo filtro Opel consisteva in un nucleo di ceramica tipo ”honeycomb”, in carburo di silicio, attraversato da microscopici canali. I gas di scarico passavano attraverso le pareti del filtro DPF, sulle quali si raccoglieva il particolato che doveva essere bruciato, in modo regolare, per evitare che il filtro superasse i limiti della contropressione.

Per il processo di rigenerazione, inoltre, anziché utilizzare additivi nel combustibile, la casa del fulmine preferì applicare un rivestimento di materiale prezioso al sottostrato del filtro ed iniettare quantità aggiuntive di gasolio, in modo che la temperatura dello scarico raggiungesse i necessari 600°C. Sotto il pianale, tra il pre-catalizzatore posto in prossimità del motore ed il filtro del particolato, c’era un convertitore catalitico ossidante per ridurre le emissioni.

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