Prezzi benzina: continua il calo, ma ora si teme l’effetto guerra in Israele

Dopo un’estate di rialzi, i prezzi dei carburanti in Italia stanno lentamente calando. Tuttavia, la guerra scoppiata in Israele rischia di portare a nuovi e pesantissimi rialzi, in particolare per effetto di un nuovo boom della quotazione del petrolio. Che, nel corso dell’ultimo weekend, è già passata da 85 ad 87 dollari al barile.

I prezzi di lunedì 9 ottobre 2023

L’elaborazione consueta di Quotidiano Energia ha rilevato un prezzo medio della benzina, in modalità self, di 1,976 euro al litro (1,984 €/l quella precedente) ed anche al servito c’è stato un calo, con un passaggio da 2,124 a 2,116 euro al litro. Sempre prezzi molto alti, ma comunque un po’ in discesa, rispetto ai picchi di fine settembre.

Lo stesso anche per quanto riguarda il diesel. In modalità self la quotazione media nazionale odierna è di 1,934 euro/litro (1,936 €/l) ed al servito 2,074 euro al litro (2,076 €/l). Il Gpl si posiziona tra 0,723 e 0,746 euro/litro (no logo 0,708), mentre il metano auto tra 1,377 e 1,502 (no logo 1,393).

L’allarme per il Medio Oriente

Questa lentissima discesa rischia però già di essere arrivata al capolinea. L’esplosione della guerra in Israele, infatti, comporta il rischio concreto di un brusco aumento dei prezzi del petrolio. Che, ovviamente, andrebbero a riversarsi anche su quelli ai distributori sui costi dei carburanti. Una situazione molto instabile, visto che il conflitto pare difficilmente risolvibile a breve termine e, anzi, rischia un’escalation nei prossimi giorni. Con l’allarme per un ipotetico coinvolgimento di altre potenze mediorientali.