Radical SR3 RS, test drive in pista

Abbiamo provato una delle auto targate più estreme

Qualche mese fa, sul bellissimo circuito Ascari di Ronda, abbiamo avuto la fortuna di salire a bordo di una Radical SR3, anche se seduti al posto del passeggero, ed è stata un’esperienza davvero fantastica. Detto da una persona che solitamente odia non avere il volante tra le mani, vi lascia intuire quali siano le sensazioni che è in grado di trasmettere questo oggetto. Al rientro in Italia la curiosità ci ha spinti ad indagare sul “tema Radical”. La casa inglese, nata nel 1997 ad opera di due piloti amatoriali e ingegneri, Phil Abbott e Mick Hyde, ha creato vetture uniche nel loro genere. Concepite come auto da utilizzare in pista, ma omologabili anche per l’utilizzo stradale, queste barchette biposto hanno scritto una pagina di storia nel mondo delle quattroruote. Non ci riferiamo solo al record per le auto omologate alla circolazione stradale sulla mitica Nordschleife del Nürburgring, ancora imbattuto, detenuto da una SR8LM con 6 minuti e 48 secondi. Il risultato per noi più importante raggiunto dalla Radical è stato invece il creare un nuovo genere di vetture, dedicate in particolar modo ai Track Day ed ai trofei monomarca, ma con cui poter liberamente circolare anche per strada, e non solo per recarsi in pista senza doverla trainare con un carrello. Altri ci hanno provato, ma non con gli stessi risultati.

Il modello più venduto, la SR3, costa circa 80.000 euro nella configurazione che abbiamo testato, e garantisce prestazioni da supercar. Parliamo di un’auto in grado di bruciare lo 0-100 in meno di 3 secondi, di raggiungere una decelerazione in frenata di 2 G e di 2,1 G laterali in curva, cose mai viste su un’auto targata, nemmeno spendendo dieci volte di più. Il segreto sta nella leggerezza, e non solo. 550 chili, 252 cavalli nella configurazione con motore 1500cc di derivazione motociclistica, come il cambio sequenziale a sei marce. Un telaio tubolare “spaceframe” accompagnato da una carrozzeria in vetroresina, con aspetto ed aerodinamica di una vettura da competizione. Bella, bellissima, ma se vi venisse voglia di comprarla, anche avendo disponibilità economiche sufficienti per levarvi questo sfizio, avrebbe senso impegnare 80.000 euro per qualche giorno all’anno in pista? Qui nasce l’idea di due ragazzi di Padova, appassionati di auto e tra i primi in Italia ad innamorarsi di una Radical. Enrico Carraro e Luca Visentin hanno acquistato un SR3 RS e, attraverso la loro impresa, la Radical GP, da circa un anno offrono pacchetti per vivere un’esperienza di guida pura, ma non solo. Se qualcuno ci prendesse gusto e decidesse di comprarne una, propongono, oltre alla gestione della parte commerciale legata alla vendita, di seguire l’assistenza o la gestione completa della vettura, che possono anche ricoverare presso le loro strutture e farvi trovare pronta all’uso nel circuito che volete.

Si parte da turni di 30 minuti di guida, magari nel circuito più comodo per voi, per arrivare a pacchetti di mezze giornate con quattro turni da mezz’ora ciascuno, giornate intere con otto turni, o soluzioni ad hoc concordate con il cliente. Sono già dodici i circuiti che Radical GP ha inserito nella sua proposta, inclusi molti luoghi di culto per gli appassionati, come la Nordschleife del Nürburgring, Spa-Francorchamps, Hockenheim, Monza, Imola. L’idea è buona e l’approccio è rivolto alla ricerca della totale soddisfazione del cliente. L’intenzione è di prendere in carico gli aspetti più noiosi legati alla logistica ed alla organizzazione delle giornate in pista (ma non solo), sfruttando la loro esperienza, e lasciare ai clienti solo la gioia di godere di emozioni adrenaliniche al 100%. Oltre alle giornate in pista organizzano esperienze come passeggero, su strada o in pista, e si propongono come “promotore ufficiale” di qualsiasi tipo di iniziativa che preveda una Radical come soggetto. Per chi invece è più esigente, la Radical GP prevede anche la possibilità di sessioni di guida con piloti esperti. La filosofia è semplice, ci sono molti soggetti che propongono esperienze di guida con vetture di ogni tipo, ma gran parte di questi punta a fare “i numeri”, 10-15 minuti di guida e si passa al successivo. Qui invece il cliente viene “coccolato”. I due titolari si dedicano a lui completamente per circa un’ora, e la sessione di guida è di mezz’ora vera. Fidatevi che, anche se sembra poca cosa, girare in pista con una Radical per così tanto tempo è più che sufficiente per stampare sul vostro viso un sorriso di soddisfazione.

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Tornando a lei, la Radical SR3 RS in versione “base” parte da poco più di 60.000 euro, con sospensioni standard e motore 4 cilindri 1300 da 205 cavalli, di provenienza motociclistica, è quello della Suzuki Hayabusa, ma completamente rivisto a cura della Powertec. La stessa ne prevede anche una versione con cilindrata portata a 1500 e 252 cavalli e una meno gettonata versione sovralimentata che raggiunge i 330 cv. Ricordiamo poi che, sulla base dello stesso telaio, Radical produce anche la SR8, la cui motorizzazione prevede una unità ricavata dall’unione di due blocchi, per una cilindrata totale di 2600cc, ed una potenza di 363 cavalli. La SR8LM che detiene il record del “Ring” è spinta da un 8 cilindri che ne è ulteriore evoluzione: 2,8 litri per 455 cavalli! Aggiungendo alla SR3 sospensioni più performanti ed altri particolari più pregiati, il prezzo arriva appunto ai circa 80.000 euro dell’esemplare che ci apprestiamo a testare. Il cambio è sequenziale, comandato da una leva “meccanica” o da un sistema idraulico azionato da paddle al volante. Oltre al prezzo di acquisto occorre poi valutare il costo di manutenzione di un simile “giocattolo”. Siamo di fronte ad un’auto estremamente leggera, questo riduce lo stress di molte parti meccaniche, in primo luogo freni e gomme, a tutto vantaggio della loro durata. La vettura però è estrema, e richiede di essere periodicamente revisionata, con cognizione di causa. Il motore, ad esempio, prevede una revisione periodica che, salvo imprevisti, costa circa 4-5 mila euro, per mantenere valida la garanzia del produttore.

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Siamo a San Martino del Lago, circuito di recente costruzione in provincia di Cremona, lungo circa 3,4 chilometri, prevede un percorso tecnico con 11 curve e un rettilineo principale di 940 metri, veloce quanto basta per divertirsi, ma scenario sicuro ed ideale per un primo contatto con una vettura così particolare. Salire a bordo non è operazione banale, siamo di fronte ad un’auto da pista con le targhe. Mancano le portiere, è consigliabile smontare il volante per facilitare l’operazione e, anche se non è obbligatorio in strada, si guida con casco integrale ed interfono, se volete comunicare con il passeggero. Un piede sul sedile, ci si cala nell’abitacolo e si fissano le cinture di sicurezza a 5 punti. Riposizionato il volante possiamo accendere il propulsore, si gira il manettino che chiude il circuito elettrico e si preme un pulsante: inizia il divertimento! Davanti a voi, posizionati su un cruscotto in carbonio, trovano posto un indicatore della marcia inserita, i pulsanti che azionano frecce, fari ed accensione, una manopola per regolare la ripartizione della frenata ed un display che sostituisce il quadro strumenti. Posizionato centralmente, tra pilota e passeggero, fornisce, tra le altre, informazioni sulla temperatura, sui giri motore, sulla velocità ed è dotato, nella parte superiore, di spie che segnalano la necessità di passare alla marcia superiore. Il volante è piccolo e lo sterzo diretto, manca il servosterzo e la guida è “da formula”, non si corregge mai con lo sterzo, se si vuole andare forte. Anche i freni non prevedono la servoassistenza, si pesta forte ma il feeling è immediato a differenza di quanto si possa pensare. Il cambio, nel nostro caso, è a comando meccanico, una leva con cui inserire la prima in avanti e le altre 5 marce tirandola verso di se, proprio come avviene con il piede sinistro guidando una moto. A differenza di una vettura “formula” che sulle curve lente, in assenza di carico aerodinamico, gira solo caricando l’asse anteriore frenando, la Radical SR3 reagisce come un’auto di tutti i giorni. Il grip con le gomme stradali è immediato, non occorre nemmeno far scaldare i pneumatici prima di poter iniziare ad osare. I primi giri ci servono per conoscere la vettura ed il circuito, per noi nuovo. La sorpresa è la semplicità con cui si guida, è un’auto sincera e genuina, intuitiva nelle reazioni. Per andare davvero forti occorre del tempo, ma lo scopo di una singola sessione di mezz’ora non è tanto la ricerca del tempo sul giro, quanto di un’esperienza di guida estrema, all’insegna dell’adrenalina.

Dopo alcuni passaggi si inizia a prendere confidenza e le sensazioni sono davvero forti. Merito forse anche dell’abitacolo aperto e del “vento in faccia”, ma merito soprattutto di un’auto unica ed estrema come solo la Radical sa essere. Ci siamo davvero divertiti, anche grazie ai sapienti consigli di chi ci sedeva accanto, e restando in un contesto di sicurezza. Quanto costa un’esperienza così? Si parte da 600 euro per mezza’ora di guida in pista, tutto incluso, compresi tuta ignifuga e casco. Con una piccola maggiorazione di 35 euro potete avere il filmato della vostra sessione di guida, ripresa con una camera-car. Manca solamente una copertura assicurativa, che potete comunque acquistare separatamente, così da sollevarvi dal pensiero di avere tra le mani un “gioco” di discreto valore. I rischi però sono ridotti ai minimi termini: la pista è un ambiente sicuro, in auto non siete da soli e, viste le caratteristiche della Radical SR3 RS, in caso di pioggia ci si ferma.

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