Rapporto ANIASA 2025: il noleggio del futuro, mentre il mercato stagna
L’Europa soffre, ma anche Cina e Stati Uniti non ridono
Dazi per tutti, ma servono?
Senza esprimere dei veri giudizi nei confronti dei dazi voluti dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, i dati presentati dal rapporto ANIASA confermano che le case automobilistiche tedesche più colpite potrebbero essere quelle tedesche, la cui presenza sul mercato americano era decisamente più massiccia persino del Gruppo Stellantis. Anche i marchi giapponesi e coreani potrebbero subire un ridimensionamento delle loro quote, mentre per la Cina gli USA sono ancora un mercato estremamente marginale, soprattutto se paragonato a quello interno e asiatico. Il Paese, tra l’altro, può sempre contare sul mantenimento del controllo industriale su materie prime e produzione. Insomma, se Atene piange, Sparta certo non ride. Purtroppo, però, ciò non significa che le cose potranno andare meglio per l’Europa, dove l’ANIASA calcola che entro il 2028 si venderanno ben 15 milioni di vetture in meno rispetto a quanto previsto, mentre negli USA saranno 7,5 i milioni di auto a rimanere nei piazzali.
Quali sono le motivazioni?
La domanda che viene da fare, però, è sempre la stessa: perché? Una risposta ha cercato di darla lo studio condotto da ANIASA e Bain & Co. dal titolo “Navigare nella Nebbia. Il Futuro Incerto dell’Automotive”. Per quanto riguarda il nostro Paese, sicuramente il problema si instaura tra una transizione energetica ancora incompiuta, una domanda debole e la sempre crescente soluzione dell’usato. L’ostacolo principale alla transizione al momento rimane sempre lo stesso, ovvero il prezzo, che per ora è stato parzialmente superato solamente nel reparto delle compatte, più adatte a mantenere bassi i costi. Il mercato dell’usato rimane sempre la principale fonte di vendite, con la diretta conseguenza che il nostro parco circolante è salito ad un’età media di ben 13 anni. Le auto elettriche rappresentano a mala pena il 4,2% dell’intero settore e l’abbandono delle motorizzazioni diesel, ormai scese a livelli irrisori rispetto ad un tempo, non hanno portato ad un miglioramento dei livelli di CO₂ nell’aria, ancora sopra i livelli del 2015.
Noleggio la soluzione del futuro?
In questo scenario sempre più preoccupante e in attesa di una soluzione, il noleggio rappresentato da ANIASA può comunque guardare al futuro con un po’ di fiducia. Proprio la minore capacità di spesa degli Italiani rende i noleggi sempre più attraenti, con un concetto di proprietà del mezzo sempre più rarefatto nel pubblico rispetto ad un tempo. Il settore del noleggio presenta un fatturato complessivo di 15,8 miliardi, con una crescita del 13% rispetto al 2023. La flotta circolante, dal canto suo, è di 1,44 milioni di veicoli. Ben 268.000 clienti si sono rivolti al noleggio a lungo termine e circa 170.000 di questi erano privati non professionisti. Anche i noleggi a breve termine, complice però anche l’impatto del turismo, sono cresciuti, con 4,76 milioni di noleggi per 38 milioni di giornate complessive (in media un noleggio dura intorno agli 8 giorni). Anche il car sharing, dopo il boom iniziale pre-COVID, si è assestato sulle stesse dinamiche del noleggio a breve termine, con un numero minore di noleggi che, però, si prolungano maggiormente nel tempo.
Conclusioni
ANIASA, come sempre, ha le sue proposte per riuscire ad uscire da questa impasse. Naturalmente il settore industriale deve affrontare un grande cambiamento interno. Secondo anche Bain & Co., servono investimenti in flessibilità, in quanto la crescita del settore non è più qualcosa da dare per scontato. Occorre revisionare le catene del valore e ripensare il posizionamento geografico dei vari marchi. Naturalmente, per l’Associazione, il noleggio a lungo e breve termine è uno degli strumenti da utilizzare per la mobilità del futuro, insieme ad un vero sforzo verso la transizione energetica e ad una profonda digitalizzazione del settore.
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