Reazioni contrastanti in Parlamento alle dichiarazioni di Tavares: “Stellantis non vuole lasciare l’Italia” [VIDEO]
Novità per gli stabilimenti di Melfi e Cassino
Carlos Tavares, CEO di Stellantis, è intervenuto oggi davanti alle commissioni congiunte di Camera e Senato, ribadendo l’impegno del gruppo automobilistico verso la scadenza del 2025 per la svolta elettrica, pur sottolineando la necessità di un quadro normativo stabile. Il vertice dell’azienda ha illustrato la strategia per gli impianti italiani, garantendo l’assegnazione di nuove produzioni fino al 2030, ma ha evidenziato come il nodo cruciale rimanga l’elevata onerosità dei costi produttivi nel Paese, con particolare riferimento alle spese energetiche.
Reazioni politiche contrastanti
Le dichiarazioni dell’amministratore delegato hanno suscitato reazioni contrastanti nel panorama politico. L’opposizione si è mostrata particolarmente critica: il parlamentare democratico Enzo Amendola ha definito l’audizione “allarmante“, denunciando l’assenza di un concreto piano industriale. Ancora più severo il giudizio del pentastellato Arnaldo Lomuti, che ha paragonato Tavares a un “commissario liquidatore”.
Novità per gli stabilimenti di Melfi e Cassino
Un elemento di novità è emerso riguardo agli stabilimenti di Melfi e Cassino, destinati a ospitare la produzione di tutti i nuovi modelli sia in versione elettrica che ibrida, come confermato da Roberto Di Maulo, leader della Fismic, dopo un confronto con il management definito costruttivo.
Situazione complessa per lo stabilimento di Melfi
La situazione resta però complessa sul fronte operativo: lo stabilimento lucano di San Nicola di Melfi si prepara a una nuova settimana di interruzione della produzione. La notizia ha destato preoccupazione nei sindacati, con l’Ugl che esprime apprensione per il futuro del sito. La Fim Cisl parla di “ennesima doccia fredda”, mentre prosegue, insieme a Fiom e Uilm, la mobilitazione che culminerà nello sciopero nazionale del comparto automotive programmato per il 18 ottobre.
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