Renault Clio 2013, il 50% dei componenti in comune con altri modelli
Il potere dell'economia di scala
La nuova generazione di Renault Clio, la quarta nella storia di questo modello, quella che conosceremo al Salone di Parigi 2012, in Francia costa meno (a parità di motorizzazione) della iterazione che va a sostituire. Magie del marketing? Stramberie per attirare nuovi clienti? L’ultima frontiera in fatto di promozioni? Errori del reparto vendite? Niente di tutto questo: il costruttore è riuscito a risparmiare nello sviluppo dell’utilitaria di segmento B, utilizzando componenti già esistenti sullo scaffale del Gruppo Renault-Nissan e già sfruttati da altri modelli.
La nuova Renault Clio, per la precisione, possiede per il 50% componenti già adottati da altre vetture dell’alleanza nippo-francese e solo per il restante 50% componenti unici. A partire dalla piattaforma, che è la stessa di Renault Modus e di Nissan Micra, opportunamente modificata per quanto riguarda l’insonorizzazione, la sicurezza e l’handling. Con le stesse vetture (la monovolume compatta francese e la piccola citycar giapponese) la nuova Renault Clio condivide quindi la metà degli elementi che la compongono.
La ricetta per risparmiare sui costi di sviluppo è questa: se più modelli usano gli stessi componenti, dovrò ordinarne al fornitore una quantità maggiore, riuscendo ad ottenere (a fronte di una richiesta più elevata) un prezzo più basso. Si chiama economia di scala: una procedura che tutti i costruttori, più o meno, stanno adottando, in riferimento non solo ai segmenti più competitivi (e uno di questo è proprio il segmento B, di cui fa parte la nuova Renault Clio) ma anche alla crisi economica che sta flagellando il mercato europeo.
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