Stop auto benzina e diesel dal 2035, l’Italia va allo scontro con l’Ue: “Voteremo no”

Il governo Meloni tenta il tutto per tutto per rimettere in discussione la misura

Stop auto benzina e diesel dal 2035, l’Italia va allo scontro con l’Ue: “Voteremo no”

Il governo italiano va allo scontro con Bruxelles decidendo di votare contro il regolamento europeo che prevede di vietare la vendita delle auto a benzina e diesel a partire dal 2035. Una netta opposizione dell’esecutivo Meloni, comunicato in via ufficiale nella riunione del Coreper (comitato che riunisce gli ambasciatori dei 27 Paesi membri previsto per venerdì 3 marzo), col quale l’Italia tenta il tutto per tutto nel tentativo di bloccare lo stop ai motori endotermici.

Il ministro Pichetto: “Transizione si, ma economicamente sostenibile e socialmente equa”

In attesa della votazione del regolamento al prossimo Consiglio europeo, l’Italia fa dunque il primo passo per provare a fermare una misura ritenuta eccessivamente rischiosa per le implicazioni economiche, occupazionali e sociali. A ufficializzare la posizione del nostro Paese, annunciando il “no” al ban dei motori benzina e diesel dal 2035, è stato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto spiegando in una nota che, pur condividendo gli obiettivi, l’Italia sostiene che gli obiettivi relativi al taglio delle emissioni vadano perseguiti attraverso “una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa”. Inoltre viene ribadito ancora una volta il concetto della “neutralità tecnologica”, sottolineando come la transizione non debba passare solo ed esclusivamente dall’elettrico “L’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici – afferma il ministro – contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”.

Serve la sponda di almeno un grande partner, solo la Germania ha qualche dubbio

Tuttavia anche se l’Italia porrà il veto, questo difficilmente basterà a sospendere la decisione votata un paio di settimane fa al Parlamento Europeo. Questo anche perché per l’approvazione in Consiglio non serve l’unanimità, ma basta la maggioranza qualificata: il 55% degli Stati che rappresentano almeno il 65% della popolazione.

Ciò significa per avere qualche speranza di incidere, il governo italiano deve cercare di coinvolgere qualche altro Paese dal peso specifico importante in termini di popolazione rappresentata. Finora solo la Germania ha avanzato l’ipotesi di un blocco analogo, anche se basato su motivazioni diverse da quelle italiane, con il governo tedesco che chiede alla Commissione europea un regolamento che consenta l’uso degli e-fuels, i carburanti sintetici, anche dopo il 2035. In ogni caso appare altamente improbabile che la Germania, seppur critica con l’Ue, possa arrivare a un “muro contro muro” con Bruxelles, anche alla luce degli ingenti investimenti delle Case automobilistiche tedesche sull’elettrico. Tra gli altri Paesi, rimane incerta la posizione di Polonia e Bulgaria. Nel caso in cui i quattro Paesi, Italia, Germania, Polonia e Bulgaria, votassero contro si raggiungerebbe la minoranza di blocco, ovvero in grado di bloccare la decisione, fermando di fatto il testo.

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