Targa prova: AsConAuto “Gli utilizzi professionali sono da tutelare”
"L'invito è, per ora, di comportarsi come sempre"
La sentenza della Corte di Cassazione sulla targa prova ha creato un importante allarme nel mondo automotive italiano, soprattutto per quanto riguarda concessionarie e officine. La possibile conseguenza di non poterla utilizzare per prove tecniche, collaudo e spostamenti legati alla vendita creerebbe gravi ostacoli per gli operatori e l’Associazione Concessionari alza così la voce.
”La sentenza non è una norma”
L’intervento è di Fabrizio Guidi, presidente dell’AsConAuto, in cui vengono invitati gli operatori a non cambiare, almeno per il momento, il loro modo di lavorare: “La recente sentenza è un orientamento giurisprudenziale ma non è norma. È in corso la consultazione dei pareri richiesti. Non appena il regolamento sarà definito sarà anche nostra cura darne la necessaria diffusione. In questa fase, l’invito da parte della nostra associazione, è quella di comportarsi come sempre”.
Aspettando delle notizie definitive sulla questione: “La nostra Associazione intende ribadire con forza la necessità di un rapido ripristino della chiarezza e di principi trasparenti, in base ai quali tutti i soggetti attivi nel mercato devono assumersi le proprie responsabilità: valori ai quali il nostro sistema associativo da sempre aderisce nella propria attività quotidiana al servizio dei clienti”.
”Si punisca solo l’utilizzo improprio”
Il rischio è quello di mettere in difficoltà tutti, per colpa di chi utilizza la targa prova per scopi personali: “Le autorità competenti intervengano per perseguire eventuali abusi solo nei casi in cui della targa prova sia fatto un uso improprio, ma gli utilizzi professionali sono da tutelare. L’uso della targa prova ha un costo notevole. E noi lo sosteniamo convinti, per far provare l’auto a un cliente, per portarla da una officina a un’altra, per lavare l’auto e così via”.
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