Tariffa stradale, l’Anas vuole diventare finanziariamente più autonoma
Non peserà più sul debito pubblico
Tariffa stradale – Una nuova Anas più efficiente, finanziariamente autonoma e che riprenderà in mano le redini tecniche dei progetti. Questa è la strategia pensata dal neo presidente a Ad Gianni Armani che sarebbe già al vaglio del Governo Renzi. L’Anas vorrebbe creare una tariffa stradale, sull’esempio di altri servizi pubblici come luce e gas ma anche aeroporti, che permetterà alla società di programmare gli investimenti in un arco pluriennale senza pesare sul debito pubblico.
“Il programma pluriennale di investimenti 2015- 2019 è pari a 20,2 miliardi, con finanziamenti disponibili pari a 4,7 miliardi. Oltre il 40% sarà destinato alla manutenzione straordinaria, il 16% alle nuove opere, il 43% a nuovi itinerari.” ha confermato Gianni Vittorio Armani, presidente dell’Anas, nel corso di un’audizione in commissione Ambiente della Camera. “Tra gli interventi ci sono la risoluzione di criticità strutturali, la messa in sicurezza da frane e rischio idraulico, la riduzione d’incidentalità, il miglioramento delle condizioni di percorribilità delle strade“. Un capitolo a parte va dedicato alla manutenzione della rete viaria che assorbirà il 40% delle risorse del piano, salendo già a 534 milioni nel 2015 a fronte dei 480 dello scorso anno.
La tariffa stradale sostanzialmente permetterà allo Stato di non pagare più le opere in conto capitale, ma di remunerare una tariffa per l’utilizzo di infrastrutture realizzate grazie a risorse reperite sul mercato dei capitali. In sostanza, si andrebbe a deconsolidare Anas dalla Pubblica Amministrazione e dal debito pubblico. Non si tratta di un pedaggio, però, ed Armani ci tiene a sottolinearlo, ma ci saranno dei meccanismi per “imputare i costi delle infrastrutture stradali a chi fruisce del servizio secondo criteri di mercato“. I livelli di servizio verranno ridefiniti a favore dell’utenza/clienti ed i corrispondenti parametri tariffari. “Il modello tariffario dovrà in ogni caso garantire, unitamente all’integrazione del canone di concessione e agli altri ricavi connessi alla gestione della rete: la copertura dei costi operativi, il rimborso del capitale investito, la remunerazione del capitale investito.” ha aggiunto l’Ad di Anas, che ha poi sottolineato la necessità di “adeguare la durata della concessione almeno fino al 2052“.
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