Tavares: il CEO di Stellantis teme il caos a causa degli e-fuel dopo il 2035
Tavares ha spiegato perché secondo lui gli e-fuel potrebbero provocare il caos
Carlos Tavares torna a parlare di e-fuel. Il numero uno del gruppo Stellantis prevede che l’esenzione per questo tipo di carburante dal divieto previsto dall’Unione Europea dopo il 2035 potrebbe causare il caos. Tavares ha affermato di aver accolto con favore gli e-fuel come un modo per alimentare le 1,4 miliardi di auto non elettriche che saranno sulle strade in futuro, ma pensa sia sbagliato prevedere delle eccezioni al divieto stabilito per le nuove auto. Questo in quanto si potrebbe generare una grande confusione che potrebbe finire per vanificare gli sforzi delle case automobilistiche per il passaggio alla mobilità elettrica.
Stellantis: Carlos Tavares contrario agli e-fuel come eccezione al divieto di auto a combustione
Tavares ritiene che se gli e-fuel non si dimosteranno una valida alternativa alle auto elettriche non cambierebbe nulla. Ma se nel frattempo qualcuno trovasse un modo per rendere questi carburanti molto più economici da produrre rispetto a quelli attuali, questo potrebbe essere un grande problema per tutti i produttori di auto. Questo in quanto per eseguire la strategia attuale che prevede il passaggio alle auto elettriche ci vorranno 20 anni. Insomma quello che il CEO di Stellantis vuole evidenziare è che una situazione di questo tipo finirebbe per vanificare i programmi delle case automobilistiche che sono state pensati per i prossimi 20 anni in seguito alle imposizioni normative dell’Unione Europea.
Tavares parlando a Luton con Autocar ha dichiarato: “Non ci sono dogmi, si tratta solo del fatto che lavoriamo da un secolo alla messa a punto della tecnologia. E poi improvvisamente, il mondo esterno vorrebbe che ottenessimo la stessa efficienza con una tecnologia nuova di zecca che ha un tempo molto limitato per essere ottimizzata. I politici sono molto rispettosi, ma non sono sicuro che stiano ascoltando. Sto solo condividendo questa osservazione, non in modo aggressivo perché non vorrei essere un leader politico al giorno d’oggi. Penso che sia un lavoro impossibile. Quindi lo dico con tutto il rispetto per loro. Ma allo stesso tempo se nessuno fa le domande difficili, allora chi le farà? E se ci fosse una svolta? Cosa faremo con le gigafactory? Cosa facciamo con tutta la trasformazione che abbiamo fatto come industria, chi pagherà per questo? Questa è una domanda che bisogna sollevare“.
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