Tesla Model S, nuovo attacco hacker dopo quello subito da Jeep
Ma il marchio californiano si è destreggiato egregiamente
Tesla Model S – I cosiddetti hacker “white hat”, ovvero pirati informatici etici, quelli che mettono alla prova i dispositivi connessi a Internet per promuoverne una maggiore sicurezza, hanno preso di mira questa volta una Tesla Model S.
La Tesla Model S segue così le sfortunate orme della Jeep Cherokee che un mese fa fu attaccata da due hacker che presero il controllo del suo climatizzatore, dello stereo e del motore obbligando FCA a richiamare 1,4 milioni di vetture dotate di determinati computer di bordo. Questa volta il direttore IT di Lookout, Kevin Mahaffey, e il ricercatore per la sicurezza a Cloudflare, Marc Rogers, hanno deciso di provare a lanciare un attacco hacker su un veicolo Tesla perché convinti che il gruppo californiano abbia la migliore reputazione rispetto ai principali produttori di auto nel comprendere le modalità di funzionamento di software. Eppure ne hanno scoperto alcune vulnerabilità.
In quest’occasione gli hacker sono stati “costretti” a salire a bordo della Tesla Model S e, una volta connessi attraverso un cavo Ethernet, sono stati in grado di accedere a distanza ai computer del veicolo prendendone il controllo. I due hacker hanno così potuto alzare e abbassare i finestrini, bloccare e sbloccare le portiere, accendere e spegnere la vettura di cui hanno manipolato anche il tachimetro. Il tutto si è verificato mentre la Model S viaggiava, però, a bassa velocità. Bene, invece, le misure di sicurezza della Tesla Model S una volta che la vettura a raggiunto una velocità più sostenuta. Infatti, lo schermo del computer di bordo si è spento e il cambio è finito in folle permettendo al guidatore di mantenere il controllo del servosterzo e di accostare l’auto non appena possibile. “Internet è un luogo ostile per i profani. I gruppi auto con poca esperienza nella sicurezza online tendono a osservare quello che fanno i rivali e tutti fanno quello che fanno gli altri.” ha detto al Financial Times Mahaffey. “Se nessuno ha fatto un gran lavoro con la sicurezza, saltano tutti in un dirupo verso un destino tragico”.
Intanto, Tesla porta a casa un riconoscimento positivo dai due esperti ed, inoltre, le vetture Tesla a “rischio hacker” potranno scaricare aggiornamenti via WiFi o connessioni mobile. Un vantaggio rispetto alla modalità tradizionale in cui l’auto viene portata dai concessionari o dal meccanico per le opportune riparazioni.
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