Transizione elettrica, Confcommercio Mobilità critica lo studio di ECCO e T&E Italia: “Ha lo stesso approccio ideologico del Green Deal”
Netto dissenso nei confronti di quanto sostenuto dalla recente ricerca commissionata a due autorevoli istituti
Da Confcommercio Mobilità arrivano dure critiche al recente studio, dal titolo “Tra crisi e transizione: l’industria dell’auto italiana al bivio del cambiamento“, commissionato da ECCO (think tank italiano per il clima) e T&E Italia a un gruppo di docenti e ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e del Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma.
Cosa dice lo studio
Lo studio ha analizzato gli impatti economici e occupazionali sull’industria dell’auto nazionale della mancata transizione alla mobilità elettrica, arrivando alla conclusione che il costo dell’inazione costa tra i 7,24 e i 7,49 miliardi di dollari di riduzione del valore della produzione e tra 66.000 e 94.000 posti di lavoro persi, causando un amento di spesa per la cassa integrazione fino a 2 miliardi di dollari in 10 anni. Una tendenza che, secondo gli autori dello studio, si potrebbe invertire con un quadro di politiche industriali coordinate e articolate in quattro aree: stimolare la domanda interna di veicoli elettrici con incentivi diretti; incentivare investimenti in ricerca e sviluppo (anche sulle batterie); sostenere la riconversione industriale e ridurre il costo dell’energia per allineare i costi con gli altri Paesi europei.
Le criticità evidenziate da Confcommercio Mobilità
La ricerca e le conclusioni alle quali essa arriva sono finite al centro del mirino di Confcommercio Mobilità che sottolinea come, pur rispettando i due autorevoli istituti che lo hanno redatto, “non si può non riconoscere che la chiave di lettura del rapporto finale non si discosta dagli interessi degli ideatori del Green Deal”.
Secondo Confcommercio Mobilità, lo studio sbaglia ad attribuire le responsabilità della mancata transizione al mercato italiano che non premia l’elettrico e ad ignorare gli sforzi che molti Governi dell’Unione Europea, a partire da quello italiano, stanno facendo per correggere le modalità previste nel Green Deal, considerando in particolare i carburanti rinnovabili, che possono subito consentire di far ripartire la produzione ed il mercato di auto con motorizzazione endotermica.
Gli incentivi all’elettrico non sono la soluzione
Altra critica di Confcommercio Mobilità allo studio è quello di individuare negli incentivi all’acquisto di auto elettriche la panacea di tutti i mali, ignorando il fatto che si tratta di strumenti già utilizzati dal nostro e da altri Governi, ma che sono stati abbondonati per il costo eccessivo e l’impossibilità di raggiungere lo scopo, dimostrando che con gli incentivi si può “drogare” per brevi tempi il mercato, ma non si ottengono risultati duraturi.
Secondo Confcommercio Mobilità l’unico modo per fari ripartire l’industria automobilistica europea è perseguire gli obiettivi di progressivo abbandono dei carburanti fossili a favore di quelli rinnovabili (come i biocarburanti) e lasciare alla tecnologia, alla ricerca ed allo sviluppo di trovare la strada per raggiungerli nel tempo.
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