Transizione energetica, Salvini ribadisce le critiche al solo elettrico che può nascondere un Chinagate
Il vicepremier ha sottolineato la necessità di perseguire sulla strada della neutralità tecnologica
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è tornato a parlare dello stop alle auto benzina e diesel fissato dall’Unione europea dal 2035, definendola una scelta “anti-economica, anti-industriale e anti-ambientale, che danneggia il Vecchio Continente e l’Italia, avvantaggiando soltanto la Cina”.
Il sospetto di un Chinagate
Intervenendo nei giorni scorsi al convegno dal titolo “La transizione energetica in Italia e il futuro della mobilità a Milano“, il vicepremier ha ribadito la dura posizione nei confronti di quanto deciso da Bruxelles: “Di qui il sospetto che dietro il ‘tutto elettrico’ possa esserci un Chinagate, analogo al Qatargate, l’Eurotangentopoli scoppiata al Parlamento europeo a fine 2022. Far finta che si possa fare a meno del gas è una sciocchezza. Occorre neutralità tecnologica, decarbonizzare e innovare, con buon senso ed equilibrio. Non serve dire no ai biocarburanti, anche perché Eni è all’avanguardia in questo. C’è poi il tema dell’idrogeno e del nucleare, con l’Italia che ha una delle migliori università di ingegneria nucleare”.
Su nuovo Codice della strada e sul ponte
Affrontando altri temi d’attualità, Salvini ha affermato che “il nuovo Codice della strada diventerà realtà per Natale”, mentre parlando del ponte sullo Stretto di Messina ha dichiarato che “nella legge Bilancio 2024 c’è la copertura, nell’arco di 10 anni, di tutti i 12 miliardi di una grande opera che il mondo ci invidierà”.
Le critiche al sindaco di Milano
Sulla questione della mobilità a Milano, il leader della Lega non ha risparmiato le critiche al sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala: “S’è spinto sino a voler chiudere, al traffico privato, il quadrilatero della moda. Un ostacolo alle attività produttive, con abitanti e pendolari che desiderano muoversi liberamente per lavorare”.
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