Mercedes Classe A 45 AMG e GLE Coupè 63 AMG, emozioni e potenza a Monza [TEST IN PISTA]
Una valanga di cavalli al Tempio della Velocità
Servizio fotografico: Corrado Maffeo
AMG, appena tre lettere, ma che in casa Mercedes vogliono dire un mondo. Un mondo fatto di prestazioni, di potenza, di esclusività, di cavalli a valanga. E dove scatenare questi cavalli se non nel tempio della velocità? Il leggendario circuito di Monza, pane, o meglio, asfalto per gli indemoniati cavalli della rinnovata Classe A 45 AMG e della nuovissima GLE Coupé V8 AMG. Due prodotti, ciascuno per motivi diversi, assolutamente peculiari e di novità assoluta per la divisione sportiva della casa di Stoccarda. Per quanto riguarda la Classe A, al momento del suo arrivo, la novità assoluta è stato il debutto di un motore con “appena” quattro cilindri su una vettura griffata AMG, mentre la GLE, dal canto suo, è qualcosa di assolutamente innovativo, perché nella gamma Mercedes non si era mai visto nulla di simile: una sorta di coupé in veste da SUV, o SUV in veste da coupé se vi suona meglio. Ma poco importa, perché è tanto estrema quanto affascinante.
A 45 AMG: rinnovata ed ancora più affilata
Partiamo dalla più piccola, ma non per questo la meno intrigante. La Classe A 45 AMG avevamo già avuto modo di provarla e raccontarvela in lungo e in largo nella nostra prova su strada, e ci aveva lasciato letteralmente sbalorditi per la potenza bruta che riusciva a tirar fuori da un quattro cilindri di appena 2.000 cc. Ecco, con l’arrivo del nuovo modello, l’asticella viene portata ancora più in alto. Se 360 CV su un 2.0 non facevano “abbastanza” impressione, adesso i cavalli sono diventati 381! Esatto, avete letto bene, trecentottantuno, lo ripetiamo, erogati da un 2.0. Questo, tradotto in sensazioni e numeri, vuol dire che la Classe A va ancora di più come una fucilata. Uno 0-100km/h praticamente da supercar iperblasonata, dato che ci vogliono appena 4,2 secondi, mentre la velocità di punta di ferma a 250 km/h, ma soltanto perché limitata elettronicamente. La Classe A, comunque, non cambia soltanto sotto al cofano, perché troviamo novità anche all’esterno. Davanti, nel muso, c’è una nuova presa d’aria, di dimensioni particolarmente generose, quasi a voler fare respirare meglio quel demonio sotto al cofano, senza preoccuparsi troppo di nascondere i muscoli della vettura.
Trasferendoci in coda, invece, troviamo il nuovo estrattore posteriore, che sembra preso direttamente da una vettura da competizione, e che si integra perfettamente con i quattro scarichi. Scarichi che cantano in maniera esagerata (specialmente se teniamo in mente che si tratta di un quattro cilindri), e che adesso guadagnano il tastino dentro l’abitacolo per attivare la valvola di scarico indipendentemente dall’aver selezionato la modalità sportiva. Altra chicca di questa nuova Classe A 45 AMG è il bellissimo volante sportivo, in Alcantara, sagomatissimo e con la corona tagliata nella parte bassa. Non a caso, è lo stesso che ritroviamo sulla AMG GT. Ma veniamo ai fatti, ovvero, scendiamo in pista. Ci lanciamo sul lunghissimo rettilineo, quarta, quinta, sesta, si arriva alla staccata a quasi 250 km/h. Come allunga questo quattro cilindri! Al momento della staccata cerchiamo di “rispettare” i quattro dischi sportivi che dovranno sopportare gli altri turni dei colleghi giornalisti che verranno dopo di noi, e che hanno già sopportato quelli di chi ci ha preceduto. In prima variante si salta sul cordolo, con l’assetto piatto che fa letteralmente sollevare le ruote interne, velocissimi nel cambio di direzione, per poi spalancare tutto in uscita, cercando di sfruttare tutta la pista. La trazione integrale della Classe A fa il suo. Si esce in seconda, e nonostante i 381 CV, tutto giù, zero pattinamenti, zero reazioni sul volante. In un batter d’occhio sei già fuori dalla curva, pronto per andare ad affrontare la variante della Roggia. Qui arriviamo ancora con un filo di freno in ingresso curva, il che ci fa capire che la coda è sì stabile, ma non piantata. In ingresso scivola quel tanto che basta per aiutarti con la traiettoria, impostando la curva con meno angolo di sterzo. Le Lesmo 1 e 2 arrivano subito, in un batter d’occhio, e lì, in appoggio, si apprezza tutta la stabilità garantita dall’assetto sportivo, che trova subito appoggio sulle ruote esterne, seguendo fedelmente la traiettoria impostata. Assolutamente neutra, senza né sotto né sovrasterzo. Il rettilineo che segue è l’occasione per scatenare ulteriormente il quattro cilindri, che per essere un turbo allunga straordinariamente bene verso il limitatore manco fosse un aspirato. Ad ogni cambio marcia, rapidissimo grazie al doppia frizione, puntuale come la sveglia delle 7:15, arriva l’avviso “shift up!” al centro della strumentazione. La Ascari si fa tutta d’un fiato, anticipando il punto di ingresso nella sinistra, per poi trovarsi quasi a ruote dritte sulla destra, per uscire in pieno, andando con tutte e quattro le ruote sul “verde” oltre al cordolo. E poi via, verso la parabolica, dove, ancora una volta, la Classe A 45 AMG fa valere il suo grande appoggio e la sua grande stabilità. Il giro è già finito, ma il ricordo di queste emozioni non andrà via tanto facilmente.
GLE Coupé 63 AMG V8: un oggetto quasi misterioso, ma dal fascino esagerato
Lo confessiamo, a vederla fa quasi impressione. Grossa, mastodontica, alta come l’Everest, specialmente bianca non è certo una vettura per chi vuole passare inosservato. Siamo pronti a scommettere che sarà presto tra le preferite di vip e calciatori. A fare impressione sono anche le ruote, con quegli enormi cerchi da 22”, per un’impronta a terra senza eguali. Sulla GLE Coupé non si sale, ma ci si “arrampica”, perché l’altezza della seduta è fuori dal comune. Dentro si ritrova un ambiente raffinatissimo, tipicamente Mercedes. Materiali sontuosi, finiture impeccabili, e la generale sensazione di trovarsi in un salotto di quelli “molto buoni”. Anche qui ritroviamo il bellissimo volante della AMG GT, e la chicca dello schermo in cui poter vedere, live, la telemetria della vettura. Angolo di sterzo, percentuale di apertura della farfalla e di uso del pedale del freno, nonché ripartizione della trazione, funzionamento di ogni singola ruota, baricentro e forza G. Se vi chiedete cosa c’entri una schermata del genere su una vettura così, la risposta si trova sotto al cofano. Risposta fatta di otto cilindri, disposti a “V”, che nella versione S arrivano ad erogare la potenza monstre di 585 CV per 760 Nm di coppia.
Insomma, non appena prende vita il 5.5 biturbo fa tremare i sismografi presenti in zona: guardate il video al minuto 7:17: si vede la vettura spostarsi letteralmente ad ogni affondo sul pedale. Con queste premesse ci avventuriamo in pista, accompagnati da una sensazione quantomeno strana: mai ci eravamo trovati tra i cordoli di una pista seduti così in alto, a così tanti centimetri dall’asfalto. Ma poca paura, perché l’elettronica della GLE fa miracoli, grazie all’assetto adattivo che riesce a farla risultare sorprendentemente piatta. Persino in prima variante, saltando sui cordoli, riesce a non sembrare impacciata, anzi tutt’altro. Il motore, sin dai bassi, con la coppia che si ritrova, spinge come un forsennato, quasi da staccarti le braccia dal volante. La cosa bella, però, è che il tutto avviene in maniera assolutamente ovattata. Sembra quasi di essere su un aereo al momento del decollo: nessuno, in quel momento, direbbe di essere più o meno a 300 km/h. Lo stesso accade con la GLE. Ci si ritrova in rettilineo, a 240 km/h, senza neanche accorgersene. Tra le curve, invece, l’elettronica riesce a sconfiggere la fisica, ed il baricentro alto sembra solo un ricordo. L’importante, ovviamente, è non strafare. Ma considerando le caratteristiche della vettura, chapeau.
CLA 45 AMG SHOOTING BRAKE: praticità da pista
In tutto questo, una menzione, la merita anche la CLA 45 AMG Shooting Brake. Anche lei è stata tra le protagoniste della nostra giornata a Monza. In sintesi offre la stessa sportività e le stesse prestazioni sbalorditive della sorella Classe A, con la quale condivide la meccanica, offrendo però una maggiore praticità, grazie al bagagliaio posteriore da wagon, oltre ad un maggiore understatement, dato che, a vederla, appare decisamente discreta. Certo, le appendici aerodinamiche ed i dettagli cattivi ci sono tutti, ma ci vuole l’occhio da appassionato per capire che si tratta di una vettura davvero speciale. Insomma, familiare da carico il sabato pomeriggio all’Ikea, insospettabile ed affilatissima arma da track day la domenica.
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