Lo stop ai diesel è un suicidio per l’Europa, parola di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria
Decisione penalizzante per le PMI italiane di componentistica
Dire addio ai motori endotermici entro il 2030, com’è nella volontà dell’Unione Europea, che sta dettando la linea per guidare la transizione verso la mobilità elettrica del Vecchio Continente, è un soluzione criticata fortemente da più parti.
L’ultima stoccata, in ordine cronologico, alle scelte europee arriva da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che, in nome delle aziende che rappresenta, ha espresso tutta la propria preoccupazione per una decisione che sarebbe fortemente penalizzante per la filiera italiana.
In linea con le critiche sollevate recentemente da Alberto Bombassei, fondatore e presidente di Brembo, anche Bonomi ribadisce quanto sia sbagliato e dannoso, in particolar modo per l’Italia, lo stop radicale dei motori a combustione interna ed in particolari ai diesel, le cui tecnologie negli ultimi anni hanno progredito a tal punto da rendere particolarmente efficienti in termini di emissioni inquinanti.
Sofferenza per le PMI italiane
A tal proposito Bonomi afferma che: “La decisione di abbandonare il diesel a livello europeo secondo me è stata un suicidio. Le aziende tedesche hanno dichiarato di voler stanziare 70 miliardi di investimenti per la transizione, se noi pensiamo alle nostre Pmi della componentistica, è ovvio che di fronte a questi investimenti, vadano in sofferenza. La transizione verso la mobilità elettrica se fatta in ottica di una governance mondiale, con obiettivi non velleitari e soprattutto se sono accompagnate dai mezzi per la transizione, non è sbagliata”.
Il Pnrr da solo non basta
Parte della transizione ecologica sarà supportata dai fondi del Recovery Plan, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), anche se questi da soli non saranno sufficienti a giudizio del presidente degli industriali italiani: “Il Pnrr è un piano, un piano non basta. Occorre agire, applicarlo in concreto”.
Seguici qui