Alcolock, c’è il decreto attuativo: caratteristiche e costi del dispositivo per i recidivi della guida in stato di ebbrezza
Definite le regole per la sua entrata in vigore, ora si aspetta solo il via libera da Bruxelles
L’alcolock si appresta a diventare realtà, cosa che, salvo obiezioni dell’Unione europea, dovrebbe avvenire entro l’estate. Si tratta del dispositivo elettronico progettato per impedire l’accensione del motore qualora il conducente abbia un tasso alcolemico superiore a una determina soglia. Il funzionamento è come quello di un etilometro digitale: prima di avviare il motore, il conducente deve soffiare in un boccaglio. Se il dispositivo rileva la presenza di alcol, blocca l’accensione e l’auto non parte.
Si attende l’ok da Bruxelles per l’entrata in vigore
Come previsto dall’articolo 186 del nuovo Codice della strada, entrato in vigore il 14 dicembre 2024, l’alcolock diventa obbligatorio per i recidivi della guida in stato di ebbrezza e condannato in via definitiva. L’adozione del dispositivo non poteva diventare operativa in mancanza del decreto attuativo, che ne definisce le caratteristiche, le modalità di installazione e le officine autorizzate al montaggio. Ora il decreto c’è e il Ministero dei Trasporti ha inviato a un bozza a Bruxelles con l’Unione europea chiamata ad esprimersi, per l’approvazione definitiva, entro il 18 giugno 2025.
La legge prevede l’obbligo per automobilisti e autotrasportatori trovati con un quantitativo di alcol nel sangue pari a 0,8 gr/l di montare l’alcolock sul proprio veicolo per i due anni successivi alla sospensione della patente, che salgono a tre anni con una concentrazione di 1,5 gr/l.
Costo d’installazione di circa 2.000 euro, dubbi di carrozzieri e periti
Secondo quanto stabilito dal decreto attuativo del Ministero dei Trasporti, l’alcolock, le cui spese di installazione stimate in circa 2.000 euro sono a carico dell’automobilista, sarà montato sul veicolo da degli installatori autorizzati che dovranno rilasciare un certificato di taratura e fornire indicazioni per l’utilizzo e la manutenzione del dispositivo. Su questo punto però Federcarrozzieri avanza alcune perplessità, sottolineando il fatto che saranno i produttori di alcolock a scegliere le officine autorizzate al montaggio, a danno della libera concorrenza.
Un’altra questione viene poi sollevata dall’associazione dei periti Aiped sul sigillo autodistruttivo che dovrebbe impedire i tentativi di manomissione del dispositivo, sulla documentazione da tenere sul veicolo ed esibita in caso di controllo, con l’automobilista tenuto a verificare la validità del certificato di taratura dell’alcolock. A tal proposito l’Aiped si chiede: “Cosa succede se il sigillo si danneggia per cause accidentali o a seguito di incidente stradale? Chi garantisce che un sigillo danneggiato non implichi automaticamente un’accusa di manomissione?”.
C’è poi il fatto che, nel caso in cui l’auto dotata di alcolock sia l’unica auto di famiglia, ogni componente della stessa famiglia, dunque anche i non sanzionati, sarà condizionato dall’utilizzo del dispositivo prima di mettersi alla guida.
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