Aquaplaning, come evitarlo? Ce lo dice Siegfried Stohr
L'ex pilota e fondatore di Guidarepilotare, scuola di guida sicura BMW, spiega cosa fare e cosa non fare
Aquaplaning, una parola che ogni automobilista conosce fin dai tempi dell’esame della patente. Il fenomeno, infatti, è stato per anni un vero e proprio “spauracchio” a causa della sua pericolosità. Anche oggi, nonostante pneumatici sempre più avanzati e asfalti migliorati, la condizione può comunque verificarsi. Ma cos’è esattamente l’aquaplaning? E come possiamo evitarlo? Ce lo spiega Siegfried Stohr di GuidarePilotare.
Cos’è l’aquaplaning
Abbiamo aquaplaning quando lo pneumatico non riesce ad espellere l’acqua attraverso le scanalature del battistrada: il fenomeno si verifica, quindi, in presenza di molta acqua sul fondo stradale, specialmente se gli pneumatici sono molto consumati. Con aquaplaning le gomme si trovano a “galleggiare” su uno strato d’acqua, che annulla l’attrito facendo perdere totalmente il contatto con il suolo, e quindi aderenza. Inoltre, più la velocità sarà elevata, più facile sarà innescare questa pericolosa situazione.
Come evitare l’aquaplaning: i consigi di GuidarePilotare
Come scongiurare il pericolo aquaplaning? Ecco qualche “dritta” di Siegfried Stohr, l’ex pilota fondatore della scuola di guida sicura BMW GuidarePilotare:
“L’aquaplaning è un problema che dipende sia dagli pneumatici (soprattutto gli anteriori, essendo questi i primi ad incontrare l’acqua; per questa ragione si consiglia sempre di avere entrambi i pneumatici sull’anteriore con almeno 4-5 mm di battistrada), sia dalla velocità: più questa aumenta, più cresce la possibilità di fare aquaplaning sia su una pozzanghera, sia in caso di pioggia molto forte.”
“Che fare? Non esiste una manovra da fare che non sia “aspettare” che le ruote anteriori riprendano aderenza. Nel frattempo tenere ben fermo il volante e decelerare senza frenare. Possiamo, però, – continua Stohr – dire cosa non fare, specie se siamo in curva: non aumentare la quantità di sterzo, non decelerare bruscamente. Nel primo caso, finita la pozza, ci troveremo ad avere troppa quantità di sterzo.
Nel secondo caso, se si innescano sulla pozza movimenti di imbardata, togliendo gas (o frenando) si amplificano per effetto dell’alleggerimento del posteriore.”
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