Audi potrebbe acquistare Ducati
Già avviati i contatti tra i due marchi (pare)
Da una parte uno dei colossi più forti dell’industria automobilistica, il Gruppo Volkswagen, incaponitosi a diventare il primo produttore mondiale entro il 2018 (oggi si trova al secondo posto, dietro a General Motors). Dall’altra una delle più note case produttrici di motocicli al mondo, Ducati, che con le oltre 35.000 unità vendute ogni anno copre circa il 10,5% del mercato delle due ruote. Cos’hanno in comune? Nulla, esattamente. Nulla, sino ad oggi. Pare, infatti, che la società tedesca sia intenzionata ad acquisire il controllo di Ducati, messa in vendita da Andrea Bonomi che, dal 2006, con il fondo Investindustrial guida la casa di Borgo Panigale.
Secondo alcune indiscrezioni, non confermate dal management del Gruppo Volkswagen, sino ad aprile Audi ha il diritto di prelazione sull’acquisto di Ducati, per la quale l’attuale proprietà ha proposto un prezzo pari ad un miliardo di euro (tre volte il prezzo di acquisto). Pare che alcuni manager dell’azienda di Ingolstadt abbiano già visitato il quartier generale di Ducati in Emilia Romagna e che dunque i contatti tra le due parti siano già iniziati.
In fondo, la disponibilità finanziaria del Gruppo Volkswagen, la sua stabilità e le risorse tecnologiche a disposizione potrebbero rappresentare un ottimo trampolino di lancio per Ducati, per la quale Investindustrial (il fondo attualmente proprietario) auspica una maggiore internazionalizzazione.
Una cotta, quella del Gruppo Volkswagen nei confronti di Ducati, sbocciata anni fa: già nel 2005, infatti, il conglomerato aveva tentato di acquisire il controllo del brand di Borgo Panigale senza però arrivare ad una conclusione, impaurito dalla possibilità che la società fallisse.
Come vedete un marchio motociclistico, vanto nazionale, tra i vari brand del Gruppo Volkswagen (Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, Lamborghini, Bugatti, Bentley, Volkswagen Veicoli Commerciali, Scania, MAN)?
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Per l’amor di Dio…
L’importante che non sia acquisita da Fiat per poi far ela fine dell’Alfa Romeo e Lancia