Auto cinesi: raggiungeranno almeno il 7% di quota in Europa entro il 2030
Di Lorenzo: "Serve attenzione, ma è anche un'opportunità"
I marchi cinesi di auto stanno facendo molto discutere. Le norme di divieto di vendita di vetture termiche dal 2035 sono viste, da una parte della politica e del settore, come un favore fatto dall’Europa alla Cina, per i minori costi e le materie prime già presenti nel paese del ‘dragone’. Ma le vetture asiatiche fanno fatica a sfondare.
Una situazione in cambiamento
Secondo lo studio di ANIASA, però, questo trend è destinato a cambiare. Si prevede, infatti, che entro il 2030 le auto cinesi acquisiranno una quota di mercato di almeno il 7% (o più), con un impatto significativo su Paesi come l’Italia, il Regno Unito e la Francia, che si trovano tra i principali importatori di veicoli.
Nel frattempo, la Cina si è ‘ripresa’ il proprio mercato. Nel 2019, solamente il 27% di auto vendute nel paese asiatico era di brand locali, una percentuale salita al 43% l’anno scorso. Questo “segna un importante spostamento di equilibri, stiamo assistendo all’ingresso di nuovi attori sul mercato globale dell’automobile”.
”Un’opportunità di innovazione”
Come dicevamo, le case cinesi non sono ben viste da buona parte dell’Europa, sia politica che del settore. Tuttavia, secondo Gianluca Di Loreto, partner e responsabile automotive Italia di Bain & Company, “questo emergere di nuovi attori invita all’attenzione l’Europa, Italia compresa, ma presenta anche opportunità di collaborazione e innovazione”. Ed è “importante tenere conto seriamente delle preferenze dei consumatori e adattarsi ai cambiamenti nelle loro abitudini di acquisto”.
Seguici qui