Auto Euro 7: cosa ci aspetta con le nuove regole UE (e perché potrebbe costarci caro)
Euro 7: ecco le novità per le nostre auto con la nuova normativa
La rivoluzione green annunciata da Bruxelles incontra la forte opposizione di molti Paesi dell’Unione Europea. Un insieme di norme che obbligherà i singoli Stati a un’accelerazione per adeguarsi, con costi enormi, e che suscita polemiche ogni volta che viene presentata una proposta di testo per le riforme. Nelle ultime ore Italia, Francia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Slovacchia, Bulgaria e Ungheria hanno manifestato apertamente il loro dissenso sulla nuova normativa Euro 7, affermando che si tratti di un’idea “irrealizzabile”.
Euro 7: ecco cosa cambia e quanto ci costerà
Se fosse approvato, il regolamento si applicherebbe alle auto registrate dal primo luglio 2025 e imporrebbe una riduzione del 27% delle particelle emesse nell’atmosfera dai freni e dai pneumatici di auto e furgoni. Il taglio agli ossidi di azoto sarebbe ancora più severo, visto che dovrebbe scendere del 35% rispetto alle attuali Euro 6. Come riportato da Libero Quotidiano, anche il particolato degli scarichi delle Euro 7 dovrebbe essere inferiore del 13% rispetto alle norme Euro 6. La norma non sarebbe valida per le vetture già in circolazione, ma in caso di approvazione potrebbe essere un vero e proprio colpo duro per il settore automobilistico.
L’Italia e altri 8 paesi hanno deciso di inviare un documento comune alla Commissione mettendo in evidenza come tale proposta sia assai difficile da realizzare e con grandi rischi di avere effetti negativi sugli investimenti in un settore che già soffre molto a causa del passaggio alla mobilità elettrica. Secondo questi stati dunque i requisiti per i nuovi standard di emissione Euro 7 devono dunque essere valutati nel più ampio contesto legislativo Ue.
Gli 8 Stati sottoscrittori del documento hanno così richiesto una proroga delle scadenze stabilite per il 2025 e il 2027: “Inoltre è essenziale valutare adeguatamente l’impatto del quadro Euro 7 proposto, anche sul comportamento dei consumatori, e assicurare che le nuove norme siano realizzabili rispetto allo stato dello sviluppo tecnico e come costi-benefici”.
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