Autodemolitori: il fatturato in Italia è di 1,4 miliardi di euro

Secondo Assofermet in Italia nel 2023 gli autodemolitori hanno fatturato 1,4 miliardi

Autodemolitori: il fatturato in Italia è di 1,4 miliardi di euro

In un periodo di significativa innovazione e successi per gli autodemolitori, Assofermet sostiene pienamente la posizione delle confederazioni europee EuRIC, ACEA e CLEPA nel non voler introdurre alcuni dei nuovi obblighi di demolizione proposti di recente dalla Commissione europea. Il tasso di riciclo dei veicoli nell’Unione Europea mostra una tendenza positiva: dal 2008 al 2021, l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati di Eurostat, sono stati riciclati complessivamente 5,7 milioni di veicoli, con un aumento dell’11% rispetto ai livelli del 2008.

Secondo Assofermet in Italia nel 2023 gli autodemolitori hanno fatturato 1,4 miliardi

Anche in Italia i dati per gli autodemolitori sono molto positivi. Secondo una ricerca condotta da Assofermet nel 2023, basata sui dati del 2021, le 1.051 imprese operanti nel settore del riciclo dei veicoli in Italia vantano un’immobilizzazione materiale dal valore di oltre 324 milioni di euro. Inoltre, il fatturato delle aziende specializzate nel recupero e nel riciclo dei metalli, in costante crescita, si attesta a 1,4 miliardi di euro per gli autodemolitori.

Nel contesto attuale, le imprese che si dedicano al riciclo dei veicoli stanno abbracciando la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale. Tra le tecnologie più diffuse tra gli autodemolitori si annovera l’utilizzo di sensori per separare i materiali. Grazie all’impiego dell’apprendimento automatico e dell’intelligenza artificiale, il processo di separazione di alluminio, acciaio e altre leghe metalliche diventa sempre più efficiente e ottimizzato, consentendo un aumento della resa nel recupero.

Recentemente la Commissione Europea ha presentato una nuova proposta di regolamento che include, tra gli altri aspetti, nuovi obblighi di rimozione di alcune parti e componenti prima della demolizione dei veicoli. Questi obblighi riguardano la necessità di smontare cruscotti, schermi, cablaggi, circuiti stampati e molti altri componenti. EuRIC, la Confederazione Europea dei Riciclatori, insieme ad ACEA, l’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili, e CLEPA, l’Associazione Europea della Filiera dell’Industria Automobilistica, hanno ufficialmente ribadito che la rimozione preventiva non rappresenta la soluzione più efficiente per migliorare il recupero e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità indicati nella proposta di regolamento.

Questo in quanto alcune parti non possono essere riutilizzate e inoltre l’introduzione di costi aggiuntivi legati alla demolizione, al trasporto e allo stoccaggio dei componenti prima della demolizione dei veicoli potrebbe inevitabilmente comportare un aumento dell’impronta carbonica, senza portare alcun beneficio ambientale tangibile. Infine c’è da dire anche che il progresso tecnologico e le più recenti innovazioni, specialmente con il supporto dell’intelligenza artificiale, hanno il potenziale di migliorare notevolmente l’efficienza del riutilizzo dei componenti automobilistici.

Le associazioni sono ampiamente disponibili a dare il proprio contributo per migliorare il nuovo regolamento che dovrebbe entrare in vigore dal 2026, a condizione che eventuali nuovi obblighi di rimozione dei componenti siano tecnicamente fattibili, economicamente sostenibili e coerenti con gli obiettivi del Green Deal europeo.

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