Blocco ai diesel Euro 6, Thorel, direttore generale Groupe PSA Italia: “Provvedimenti inefficaci e che creano confusione nei cittadini”
"Serve fare chiarezza nella lotta all'inquinamento atmosferico"
In merito ai discussi provvedimenti di divieto alla circolazione dei veicoli diesel Euro 6 emessi dalle amministrazioni comunali di diverse città italiane nell’ultimo periodo si è espresso anche Gaetano Thorel, Direttore Generale di Groupe PSA Italia.
Il numero uno della divisione italiana del costruttore francese avanza parecchie perplessità sull’utilità e sull’efficacia di tali misure: “Credo sia il momento di fare chiarezza. La lotta all’inquinamento nelle nostre città deve essere affrontata in maniera seria e organica e non con provvedimenti locali estemporanei che, oltre a risultare inefficaci, creano parecchia confusione nei cittadini, nei clienti e anche nelle nostre aziende sul territorio con evidenti rischi sulla forza lavoro”.
I diesel di ultima generazione non devono essere penalizzati
Thorel spiega che bisogna fare molta attenzione a non demonizzare erroneamente e indistintamente tutti i veicoli diesel: “Chiarezza vuol dire affermare con forza che i veicoli diesel di ultima generazione, quelli attualmente in vendita, hanno emissioni di particolato e di ossidi di azoto uguali ai veicoli benzina e prossimi allo zero e non devono essere penalizzati in alcun modo. Al contrario di molte vecchie auto a benzina, come le Euro 3 – spesso erroneamente confuse come ecologiche – che non abbattono in maniera significativa le emissioni degli inquinanti. È illogico, inoltre, adottare localmente normative in contrasto con quelle europee ed internazionali, frutto di studi ed analisi scientifiche accurate che certificano la piena idoneità a circolare ai veicoli Diesel Euro 6 di ultima generazione”.
Emissioni si abbattono solo con veicoli 100% elettrici e ibridi plug-in
Su quali sono le vetture in grado di abbattere completamente le emissioni inquinanti, il direttore di Groupe PSA Italia, precisa che: “In maniera altrettanto chiara, dobbiamo spiegare ai cittadini come gli unici veicoli in grado di garantire una mobilità a zero emissioni sono i 100% elettrici o gli ibridi plug-in ricaricabili, ovvero ‘con la spina’. Non, invece, soluzioni come gli ibridi non ricaricabili o mild-hybrid. Infatti, solo grazie alla presenza della spina (plug-in) per la ricarica della batteria di trazione, il veicolo è in grado di percorrere decine di chilometri in modalità elettrica e abbattere in maniera drastica le emissioni inquinanti.
I tre Gruppi identificati dal MiT
Su questa necessaria differenziazione Thorel ricorda la recente circolare emessa dal MiT: “Un distinguo che lo stesso Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti ha voluto mettere in evidenza, con una circolare dello scorso 3 dicembre 2019. In sostanza, sono stati introdotti tre Gruppi che indicano il livello di emissioni CO2 dei veicoli ibridi: Gruppo 1 ≤ 60 g/km (veicoli ibridi plug-in), Gruppo 2 tra 61 e 95 g/km (veicoli ibridi standard), Gruppo 3 ≥ 95 g/km (veicoli ibridi noti commercialmente come ‘Micro-hybrid’ e ‘Mild-hybrid’)”.
Alla luce di queste considerazione Thorel conclude il suo intervento invitando ” tutti gli attori che hanno a cuore una reale mobilità sostenibile – istituzioni, industria automotive, mondo della comunicazione – ad un maggior sforzo di approfondimento e confronto per garantire la chiarezza e la trasparenza ai consumatori italiani”.
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