Cent’anni fa André Citroën illuminò la Tour Eiffel con il proprio nome grazie all’italiano Fernando Jacopozzi
Il progetto visionario di Jacopozzi incontra il sogno di André Citroën
Fernando Jacopozzi, nato a Firenze nel 1877, si trasferì a Parigi, dove diventò noto come “le magicien de la Lumière” grazie alla sua creatività e ingegno. Iniziò decorando vetrine natalizie con lampadine, innovazione che gli permise di fondare un laboratorio specializzato in illuminazioni artistiche. Jacopozzi illuminò simboli iconici come l’Opera di Parigi e Notre Dame. Durante la Prima Guerra Mondiale, collaborò con André Citroën per un’operazione segreta: ricreare con luci un falso paesaggio nella foresta di Fontainebleau per depistare i bombardamenti tedeschi. Questo incontro segnò l’inizio di una collaborazione promettente, cementata dalla comune genialità dei due innovatori.
Jacopozzi e Citroën: l’incontro tra due geni
Nel 1922, Fernando Jacopozzi propose ad André Citroën un progetto audace: illuminare la Tour Eiffel con 200.000 lampadine, 100 km di cavo e una centrale elettrica alimentata dalla Senna, trasformandola nell’insegna luminosa più grande al mondo con il nome “Citroën” in lettere alte 30 metri. Nonostante iniziali esitazioni dovute ai costi, Citroën accettò, motivato dal desiderio di associare il Double Chevron alla Torre simbolo di Parigi. I lavori iniziarono rapidamente, coinvolgendo esperti scalatori e circensi, e una centrale da 1.200 kW fu costruita per alimentare l’ambiziosa installazione, che divenne un’icona mondiale del connubio tra tecnologia e creatività.
L’illuminazione della Tour Eiffel ebbe luogo il 4 luglio 1924. Dove fosse André Citroën in quel momento resta incerto: secondo i figli, si trovava su un Bateau-mouche sulla Senna o sull’Esplanade du Trocadero, ma in entrambe le versioni teneva in mano un calice di champagne per celebrare l’evento. Quella stessa Torre, che avrebbe guidato Charles Lindbergh nel suo volo storico da New York a Parigi, illuminò il nome Citroën fino al 1934, diventando un simbolo della città e una straordinaria fonte di pubblicità. Parigi, conosciuta come la “Ville Lumière,” deve parte di questo splendore al genio dell’italiano Fernando Jacopozzi.
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