Centenario Maserati: così nasceva il mito del Tridente

Dalla Tipo 26 alla Ghibli, una storia di sportività tutta italiana

Proprio oggi, 1° dicembre 2014, il glorioso marchio del tridente, orgoglio italiano, festeggia i suoi primi 100 anni, e lo fa battendo ogni record di vendita, con una gamma ricca come non mai, in attesta della suv Levante. Ripercorriamo brevemente il primo secolo che, tra alti e bassi, ha portato Maserati ad essere uno dei marchi più prestigiosi e desiderati al mondo
Centenario Maserati: così nasceva il mito del Tridente

MASERATI 100 ANNI – Arrivare al traguardo delle cento candeline, e festeggiarlo nel migliore dei modi. Maserati ed il suo tridente, infatti, non hanno mai goduto di così tanta “salute”. Proprio nell’anno del centenario, la casa automobilistica che insieme alla Ferrari rappresenta una delle eccellenze del made in Italy più apprezzate al mondo, ha battuto ogni record di vendita. Merito di un’immagine ben diversa rispetto a quella di fine anni ottanta-primi anni novata, periodo che potremmo definire buio, dal quale Maserati ha saputo risollevarsi, tornando a guadagnare nuovamente appeal, fascino smisurato, ma anche numeri di vendita, grazie ad una gamma finalmente completa e ricca, con la nuovissima Ghibli e l’altrettanto recente Quattroporte a fare la parte del leone. Insomma, pur rimandendo un prodotto fortemente esclusivo ed elitario, Maserati può finalmente contare su una gamma “da grandi numeri”, che potrà fare un ulteriore balzo in avanti con l’arrivo della tanto discussa e chiacchierata Suv “Levante”, attesa tra il 2015 ed il 2016, e beccata da diverse foto spia nei primi test su strada.

Chissà se un secolo fa, Alfieri Maserati, in una piccola officina di Bologna, dove venivano preparate vetture di altre marche, avrebbe mai potuto immaginare che dopo addirittura 100 anni, tutto il mondo, il 1° dicembre 2014 avrebbe festeggiato la sua creatura, il suo mito.
Maserati_Tipo_26

Bisogna andare avanti di qualche anno, fino al 1926, per vedere la prima vettura marchiata Maserati: la Tipo 26 che vedete in foto, che debuttò in Sicilia per la mitica Targa Florio, che la vide arrivare nona assoluta e prima di classe al debutto. Insomma, un esordio col botto per quella vettura, allora sconosciuta, che portava sulla mascherina, per la prima volta, il tridente disegnato dal fratello di Alfieri, ispirandosi ad uno dei simboli di Bologna: la fontana di Nettuno. Da allora, fu un susseguirsi di successi nel mondo delle competizioni, fino alla consacrazione con la vittoria del campionato del mondo di Formula 1 con Juan Manuel Fangio alla guida della Maserati 250F. Ma se le cose andavano bene dal punto di vista dei successi nel mondo delle competizioni, non andavano altrettanto bene dal punto di vista finanziario, cosa che, anni più avanti, portò la casa automobilistica a lasciare il mondo delle corse. Nonostante ciò però, Maserati riuscì comunque ad affermarsi nel mondo delle supercar, con un fascino ed un appeal sempre crescenti. Era il 1968 quando si aprì la parentesi francese del marchio del tridente: Citroën, infatti, rilevò le azioni della famiglia Orsi, che le aveva a sua volta rilevate proprio dai fratelli di Alfieri. Ma le cose, sotto la guida della casa francese non andarono affatto bene, toccando forse il punto più basso della storia del tridente. Anche se, proprio a questi anni di crisi finanziaria, risalgolo alcune delle Maserati oggi più ricordate nonché ricercate nel mercato delle auto storiche , come la Bora e la prima Ghibli, nonché la Merak. Proprio sotto al cofano di quest’ultima, cosa che oggi suonerebbe alquanto strana, era montato un motore 3.0 di derivazione Citroën.

centenario-maserati-merak

Nel 1973 si rischiò il peggio, con la casa francese che mise la Maserati in liquidazione. Il tridente venne però salvato da Alejandro De Tomaso, già proprietario dell’altrettanto famosa casa automobilistica che portava il suo nome. Di questi anni viene ricordata soprattutto la Biturbo, quella che doveva essere l’auto del rilancio, grazie anche ad un prezzo che avrebbe dovuto consentire di fare “grandi numeri”. Ma gli obiettivi di vendita non vennero raggiunti, a causa dell’affidabilità non eccelsa delle vetture. Il periodo che tutti, cultori del marchio e non, definiscono “buio”, vede il punto di svolta nel 1993, con il passaggio di proprietà da De Tomaso dapprima al gruppo Fiat, e poi alla Ferrari. Proprio sotto l’egida di Maranello, finalmente, grazie all’esperienza degli uomini del cavallino, nonché agli investimenti finalmente adeguati, assistiamo al rilancio del marchio, con dei prodotti consoni al suo blasone.

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La rinascita riparte con la 3200GT, ma il gran ritorno di Maserati, anche nel mercato USA, considerato quello di riferimento, è segnato dal debutto della Spyder, seguita dalla Coupè, due granturismo doc, con tutte la carte in regola per riporare in alto il marchio. Arriva poi, nel 2003, la Quattroporte, che rivoluziona il mondo delle berline di prestigio, con delle prestazioni ed una guidabilità da supercar nascoste in abito lungo. Seguiranno, anni dopo, Porsche Panamera e Aston Martin Rapide, e non è di certo un caso. Il resto è storia dei nostri giorni, con la splendida GranTurismo, sublime nella sua versione MC Stradale, nonché la GranCabrio, affiancate dalle recentissime Ghibli e Quattroporte. Nel frattempo, oltre ai record di vendita, è stato infranto il grande tabù del motore diesel, e presto cadrà anche quello del Suv. Insomma, il futuro è roseo come non mai, e le prospettive per crescere ancora sono sconfinate.

Altri 100 di questi anni, auguroni tridente.

Foto: Wikimedia Commons

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