Citroën: dalla 2CV alla C3 è da sempre in prima fila nella mobilità per tutti
Citroën da sempre gioca un ruolo decisivo nella democratizzazione della mobilità
Il 27 luglio 1990, nello stabilimento di Mangualde in Portogallo, Citroën salutò la fine di un’epoca: l’ultima 2CV, una Charleston grigia, uscì dalla catena di montaggio tra applausi e musica. Il suo addio fu dettato dal successo crescente della AX, che richiese l’adattamento degli impianti produttivi. Nata da un’idea di Pierre-Jules Boulanger negli anni ’30, la 2CV fu progettata per rispondere alle esigenze di un pubblico ampio, puntando su semplicità, efficienza e accessibilità. Lanciata ufficialmente nel 1948, conquistò il mondo con la sua praticità. Oggi resta un’icona dell’innovazione popolare che ha segnato la storia dell’automobile europea.
Citroën da sempre gioca un ruolo decisivo nella democratizzazione della mobilità
Dietro la nascita della celebre Citroën 2CV non c’è solo il talento del designer Flaminio Bertoni, ma anche l’ingegno di Walter Becchia, tecnico originario di Casale Monferrato. Emigrato in Francia per motivi politici, Becchia contribuì in modo decisivo allo sviluppo del motore bicilindrico raffreddato ad aria, progettato durante l’occupazione nazista. Ispirandosi a un motore di motocicletta, creò un propulsore semplice, efficiente e innovativo. Dal 1948, questo motore ha equipaggiato non solo la 2CV, ma anche modelli come Dyane, Méhari e Ami. Con oltre 6,9 milioni di esemplari prodotti, la 2CV è diventata un simbolo eterno di mobilità accessibile e ingegno europeo.
La Citroën C3 rappresenta al meglio la visione del marchio: mobilità accessibile e concreta. Accanto al motore benzina PureTech 100, arriva la nuova Hybrid 100 e-DCS6, con sistema ibrido leggero e cambio automatico. Al centro della transizione elettrica c’è però la ëC3, compatta a zero emissioni con fino a 440 km di autonomia urbana e ricarica rapida all’80% in 26 minuti. Nei primi sei mesi del 2025, C3 è l’auto a benzina più venduta e leader elettrica nel suo segmento.
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