Citroen: quando il progresso era costituito da “Moteur Flottant” o “monoscocca” [FOTO]

Alle origini di un concetto più moderno di auto

Citroën – La casa francese ricorda le innovazioni sperimentate e poi adottate da André Gustave Citroën, nella prima metà del secolo scorso

C’è stato un tempo in cui le autovetture erano basate prettamente su un telaio d’acciaio, sviluppato per sostenere il propulsore. Mentre la carrozzeria era una combinazione artigianale di lega metallica e legno. Insomma: lontane parenti delle tradizionali carrozze. Poi soluzioni come il “Moteur Flottant”, adottate ad esempio sulle macchine del Doppio Chevron da André Gustave Citroën, hanno consentito di ridefinire il concetto di automobile già nella prima metà del secolo scorso.

L’idea di collocare dei supporti elastici, per attenuare le vibrazioni prodotte dal motore, fu introdotta nel lontano 1931 proprio dal costruttore transalpino, dopo l’acquisizione di un brevetto negli Stati Unit. Il cosiddetto “Moteur Flottant”, inizialmente simboleggiato da un cigno galleggiante collocato tra gli “chevron” di Citroën, rappresentò un’innovazione mirata ad aumentare il comfort d’impiego, oltre che un passo verso un’autovettura più avanzata e tecnologica. Ma non è la sola innovazione che mise in evidenza la casa francese a livello internazionale, nella prima parte del Novecento.

André Citroën introdusse in Europa diversi brevetti e tra questi i primi esempi di quella che poi diverrà la struttura “monoscocca”, soprannominate allora “Tout Acier”. Anche in questo caso l’avventura americana nel noto industriale francese, accompagnato dalla moglie, risultò ispirante. Accadde il 28 marzo del 1923, quando sul piroscafo che collegava Cherbourg a New York, Citroën incontrò Edward Gowen Budd. Noto al tempo per aver progettato un sistema per sviluppare vagoni ferroviari in acciaio saldato. Una tecnica di stampo piuttosto evoluta per il periodo, che lo stesso Budd aveva pensato potesse essere adatta anche in campo automobilistico. Diversamente dallo scetticismo mostrato da altri costruttori francesi, dato che si sospettavano costi elevatissimi, André Citroën manifestò un grande interesse per questa tecnica.

I risultati arrivarono già al Salone dell’Auto del 1924, quando nello stand della casa transalpina fu svelata la B10, ovvero il modello “tutto acciaio” della B2. La prima auto marchiata Citroën realizzata in questo modo. Secondo le voci del tempo, pare che Louis Renault restò talmente stizzito dal risultato ottenuto da Citroën, che riversò la sua collera contro il proprio segretario. Le vetture “tutto acciaio”, che avevano impressionato per la loro robustezza in fase di valutazione, rappresentarono un passo in avanti verso la futura “monoscocca”. Concetto subito trasferito sulla Rosalie e dal 1934 sulla Traction Avant. Un passaggio diretto dalla vecchia impostazione telaistica all’utilizzo di una lamiera stampata, che fungeva da scocca portante e presentava caratteristiche nervature.

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