Citroen: il fondatore e la catena di montaggio [FOTO]

Un altro aneddoto legato ad André Gustave Citroën

Un altro ricordo dedicato all'iniziatore del marchio, in occasione del centenario del costruttore

Innovazione e progresso sono stati aspetti nevralgici nella vita di André Gustave Citroën, ricordato sempre dalla casa del Doppio Chevron, soprattutto in questo anno di celebrazioni del centenario dalla fondazione.

La catena di montaggio

Agli incontri di lavoro capitava che restassero anche degli amici, dato che André Citroën era un tipo socievole, valutando il ricordo tramandato dal costruttore. Proprio durante una riunione serale a Parigi, in rue Octave-Feuillet, il fondatore della casa automobilistica francese incontrò un certo monsieur Guillot, rientrato da una visita agli impianti Ford nel ruolo di “ambasciatore” dello stesso Citroën negli Stati Uniti.
Monsieur Guillot parlò della catena di montaggio e di ciò che aveva visto in occasione della sua visita, nel corso di quella conversazione. Un frammento di quel dialogo è stato riportato anche nel libro “La tragedie d’André Citroën”, pubblicato da Amiot Dumond nel 1954, firmato da Silvain Reiner. Al momento di raccontare quanto visto nel corso della sua trasferta, secondo quanto ricordato dal costruttore, lo stesso Guillot pare abbia sfoggiato un’espressione sarcastica.
La sua testimonianza risulta legata alla conversazione di quella sera. Di questa, un frammento è stato riportato dal citato testo di Reiner, come sottolineato dal comunicato del costruttore:
“È curioso, – disse Citroën ai presenti – la stampa non smette di ripetere che io recito la parte di Ford, che ho importato Ford, che sono il Ford francese… Stupidaggini… Glielo lascio dire… è un’ottima pubblicità… E non si fa buona comunicazione con le sfumature.
Ma, detto tra noi, io ammiro Ford come si ammira un bel mostro… Mi stupisce, come un orologio di cui non si conoscono i meccanismi.”

Nel corso di quell’incontro riservato nella capitale francese, un interlocutore fece un’osservazione: “Lei dice che Ford ha creato una delle meraviglie di questo secolo…”
“Un’opera dentro la quale non circola una sola goccia di sangue… – rispose André Citroën – l’opera del signor Ford è gigantesca e fredda come un serpente…”
“Ma qual è la differenza tra la catena di montaggio di Ford e la sua?”
“Chiedetelo a Guillot, che è stato a Detroit ed ha cercato, nonostante il controspionaggio che lo seguiva, di buttare uno sguardo sotto ai tavoli… racconti, Guillot…”
Il racconto che ne seguì colpì i presenti, da quanto emerso. Si parlò di turni di lavoro “impegnativi” e un possibile rischio “alienazione” dovuti alle attività meccaniche e ripetitive, visi stanchi e affaticati alla fine di ogni turno, considerando quanto riportato. Tra di loro c’era anche un certo Charles Spencer Chaplin, meglio noto come Charlie Chaplin. Pare che proprio quella sera prese vita il capolavoro cinematografico “Tempi Moderni”.
“Io vorrei che noi arrivassimo, con Javel, a creare dappertutto dei sorrisi supplementari, in tutti i reparti, in tutti gli anelli della catena.. Questa catena, necessità del nostro secolo, non la possiamo più cancellare, ma abbiamo il dovere di distruggerla con questa massa di sorrisi”, disse dunque Citroën parlando della sua idea in proposito.

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