Consumi ed emissioni: l’accusa della ICCT, i dati delle case non sarebbero reali

Rilevate differenze fino al 25% in meno sul dichiarato rispetto al reale

Uno studio dell'ICCT ha puntato direttamente il dito verso le case automobilistiche operanti in Europa, accusate di dichiarare dati di consumo del carburante e di emissioni di CO2 inferiori di molto al reale per colpa di un test generale troppo permissivo
Consumi ed emissioni: l’accusa della ICCT, i dati delle case non sarebbero reali

Guidando normalmente un’auto e durante i nostri stessi test drive, è stato abbastanza normale verificare come i dati dei consumi di carburante rispetto un particolare modello di auto siano sempre almeno “ottimisti”. Causa ne è il fatto che tra una verifica effettuata in laboratorio, per ragioni prettamente commerciali puntando ad ottenere il miglior risultato possibile, e l’effettivo utilizzo nella vita di tutti i giorni, ci sia una bella differenza. Nulla di sorprendente, anzi. Le verifiche dei siti come il nostro servono appunto a controllare quanto ci sia di vero nelle dichiarazioni delle case. Qualcuno, però, è convinto che non ci sia solamente una piccola differenza tra il dato ufficiale e quello effettivo. Stiamo parlando dell’International Council on Clean Transportation (Consiglio Internazionale sulla Mobilità Pulita, ICCT), che in seguito ad uno studio approfondito avrebbe verificato come le case non siano semplicemente ottimiste nei confronti di consumi ed emissioni, ma addirittura mentirebbero con una discrepanza fino al 25% nei casi più eclatanti.

Lo studio della ICCT è stato fatto su circa mezzo milione di auto, monitorate dalle società di noleggio, dall’Automobile Club di Germania e Svizzera e da alcuni siti e riviste di settore. Il risultato, come avete potuto vedere, è sconfortante. Secondo Peter Mock, direttore dell’ICCT, il divario tra realtà e dato ufficiale continua ad aumentare di anno in anno. Nel 2003 questa differenza arrivava al massimo a picchi del 10%, raddoppiando nel giro di 10 anni. Questo sarebbe causato dalle procedure di verifica, che naturalmente sono regolamentate dagli organi internazionali in modo da essere i medesimi per tutti. Purtroppo, però, quello attualmente in uso, chiamato ironicamente New European Driving Cycle, risalirebbe addirittura al 1980. I parametri di questo test sarebbero abbastanza permissivi e consentirebbero di prendere “scorciatoie” come, ad esempio, lo spegnimento dell’aria condizionata durante la prova. Inutile dire che, in un Paese come il nostro, è irreale fare una verifica di questo genere, dato che in un modo o nell’altro (caldo o freddo che sia) il condizionatore sui nuovi modelli rimane acceso molto spesso. Anche nel resto dell’Europa non è molto diverso, dato che le zone temperate a clima costante nel nostro continente non sono molte. E stiamo parlando solamente di una delle possibili scappatoie.

Noi di Motorionline, durante le nostre prove su strada, abbiamo sempre segnalato quando i consumi si sono rivelati superiori alle promesse delle case e questo è avvenuto quasi in tutti i casi. Per onestà professionale, però, dobbiamo anche sottolineare che praticamente mai ci è capitato di verificare una differenza così pronunciata come quella paventata dallo studio ICCT. La denuncia del Consiglio, comunque, potrebbe essere arrivato proprio a proposito. Infatti le Nazioni Unite, molto impegnate nella lotta all’inquinamento e alla mobilità pulita (un problema umanitario molto più grave di quanto siamo propensi a credere), hanno messo a punto un sistema a livello globale chiamato Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure (WLTP), che teoricamente potrebbe entrare in vigore anche in Europa entro il 2017. Pare, però, che ci sia chi sta facendo pressione per far slittare al 2020 questa data.

Potete leggere il testo integrale dello studio ICCT (in lingua inglese) a questo link.

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