Coyote: sempre più sicurezza grazie all’aiuto della community [INTERVISTA ESCLUSIVA]

Gli utenti segnaleranno in tempo reale i cambiamenti dei limiti di velocità

I sistemi Coyote permetteranno agli utenti di segnalare eventuali cambiamenti nei limiti di velocità segnalati dalle app e dai dispositivi stessi. In questo modo, in pieno stile social, la comunità di utenti potrà aiutare ad aumentare la sicurezza in auto per tutti. Ne abbiamo parlato con Hans Restini, Country Manager di Coyote Italia. Non perdetevi la nostra intervista esclusiva
Coyote: sempre più sicurezza grazie all’aiuto della community [INTERVISTA ESCLUSIVA]

Coyote – Un nome che sta diventando sempre più comune sulle nostre auto. Non parliamo di un semplice navigatore satellitare, bensì di un sistema che ha completamente rivoluzionato la percezione della sicurezza durante la guida. In molti chiamano i dispositivi Coyote semplicemente degli “anti-autovelox” e sicuramente questa funzione è chiara. Ma non si tratta semplicemente di evitare una multa, bensì di rendere più rilassata e sicura la guida, avvertendo preventivamente di un potenziale pericolo. I limiti di velocità, tra l’altro, sono ormai soggetti ad un vero e proprio “valzer”, dato che l’immensa frammentazione legislativa del codice della strada italiano consente ai vari enti statali e locali di cambiare continuamente i limiti di velocità. Persino più velocemente di quanto qualsiasi navigatore possa aggiornarsi. Come si può allora tenere al passo coi tempi un sistema complesso come Coyote? Ancora una volta con l’aiuto della comunità. Ne abbiamo parlato in esclusiva con Hans Restini, Country Manager di Coyote Italia

Parliamo di una nuova idea, che sarà presto presente nei prodotti di Coyote. Sappiamo bene che in Italia i limiti di velocità sono, oltre che difficili da gestire, sono anche in continuo cambiamento. Coyote ha deciso di proporre qualcosa di nuovo, ovvero di consentire agli utenti di proporre delle modifiche ai dati dei sistemi. Come si sviluppa questo nuovo sistema?

È una materia molto complessa. L’estensione della rete stradale e autostradale è molto vasta in Italia ed è gestita in modo abbastanza separato da enti diversi. Abbiamo autostrade, strade statali e regionali che sono sotto la gestione dello Stato e poi abbiamo una componente provinciale e infine 8.047 comuni che lavorano invece in completa autonomia. Non esiste purtroppo un unico database dove vengono raccolte queste informazioni. È quindi una materia molto complessa, ma anche una tematica molto importante perché poi, nel momento in cui io vado a segnalare con un navigatore o un servizio di informazione che alcune case adesso mettono a disposizione, mostro dei limiti che invece poi non sono in linea con quello che riscontro durante la guida. Ecco allora che l’idea di Coyote è quella di poter modificare il limite di una certa tratta stradale. Questa informazione viene verificata attraverso il riscontro di altri utenti Coyote che passano sulla stessa tratta stradale. Viene chiesto se quanto segnalato è effettivamente coerente con quanto riscontrato sulla segnaletica in loco e dopo un numero di verifiche e conferme questa informazione viene ritrasmessa su tutti i dispositivi connessi alla community Coyote. È un modo qualitativo di verifica, ma fondamentalmente l’obiettivo è quello di, pian piano perché ci rendiamo conto essere un lavoro immenso, verificare almeno tutte le tratte stradali più importanti. Anche perché qui effettivamente la tematica tocca sia le tratte autostradali che le vie di una zona residenziale di una qualsiasi cittadina italiana.

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Come vengono valutate queste segnalazioni? Come si evita che un utente, in buona o cattiva fede, possa dare segnalazioni sbagliate?

Il valore qualitativo della segnalazione è sempre importante. Quello che noi facciamo è rimandare tecnicamente sul terminale Coyote di un utente successivo la richiesta di conferma. Ovvero, se prima il limite era 70 km/h e ora è 50, sul terminale dell’utente successivo continua ad essere segnalato 70. Viene però anche chiesto di verificare se è stato portato a 50. In quel momento così può verificare la tratta stradale. Non basta quindi una segnalazione, ma noi ampliamo la verifica a 3/5 conferme a seconda della tipologia di strada in oggetto. Diciamo 5 verifiche sulle tratte autostradali e 3 su quelle secondarie. Quindi la community diventa una parte fondamentale della verifica qualitativa delle segnalazioni. Inoltre questo principio può essere ampliato anche ad altri tipi di segnalazioni, come incidenti, maltempo o code. Si tratta di uno degli aspetti fondamentali del servizio Coyote, che si basa sulla partecipazione attiva della community. Quest’ultima tra l’altro è molto importante per noi, soprattutto perché è un gruppo che parla molto bene del nostro servizio. Secondo la nostra ultima ricerca, 8 utilizzatori su 10 di un servizio Coyote hanno confermato di essere molto più attenti durante la guida, ma anche più rilassati. Si sentono più sicuri proprio perché vengono allertati di eventuali situazioni di pericolo che la distrazione durante la guida potrebbe comportare. Quindi chi utilizza questo sistema ne apprezza la bontà.

Questo nuovo sistema verrà integrato in tutti i vostri sistemi?

Il trend è senz’altro questo. Le case automobilistiche hanno un gap importante quando parliamo di mobilità connessa. Per cui a tutti gli effetti l’offerta Coyote si declina per necessità in tre diverse modalità: dispositivo, app per smartphone e app per infotainment. Per il grosso del parco circolante parliamo di autovetture non connesse, per cui un dispositivo da mettere a bordo è fondamentale. L’applicazione è disponibile per gli smartphone più in voga e, come terzo livello, abbiamo iniziato una collaborazione già tre anni fa con alcune case automobilistiche che sentivano questo tema della mobilità in maniera urgente. Quando si parla con le case i tempi sono tendenzialmente più lunghi per il collaudo e la sperimentazione. Ecco quindi che abbiamo delle velocità diverse anche per la presenza a bordo. Ad esempio con il Gruppo PSA abbiamo iniziato due anni fa, così come con Renault, Toyota e Volvo. Parliamo sempre di applicazioni che poi a tutti gli effetti hanno aspetti molto simili a quelli del prodotto hardware Coyote. L’app o si trova già a bordo oppure si può scaricare. Tendenzialmente noi vediamo in atto un’accelerazione per avere l’autovettura connessa e noi ci saremo.

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Ci sono alcuni paesi, come la Svizzera, dove le istituzioni sono a dir poco piuttosto reticenti a fornire la posizione degli autovelox. Qual è la vostra opinione in merito?

Quello che notiamo in questo specifico ambito è una sostanziale differenza tra nazione e nazione. Il codice della strada tedesco non è identico a quello italiano, il quale non è identico a quello svizzero. Ogni nazione nel tempo ha conformato certe norme che a tutti gli effetti possono essere differenti tra loro. Noi da sempre, da quando abbiamo iniziato a collaborare con le autorità locali (come in Francia, Belgio e Italia ad esempio, N.d.R.) abbiamo cercato di capire come il prodotto si potesse inserire all’interno delle norme del codice della strada. In Italia l’autovelox è un sistema di prevenzione, per cui deve essere segnalato sia con la segnaletica verticale che con quella orizzontale. Quindi Coyote fa esattamente quello che il codice indica. In Francia, invece, la norma afferma che i sistemi possono essere segnalati solo all’interno di una certa area, per cui all’interno del prossimo chilometro e mezzo ad esempio il sistema non puntualizza dove si trova il sistema, ma avvisa la sua possibile presenza. Nel contesto svizzero la norma è purtroppo molto chiara: qualsiasi dispositivo che vada a segnalare un sistema di controllo della velocità non è consentito e questo si traduce nel fatto che il navigatore con a bordo le indicazioni dell’autovelox, compreso il Coyote, non è previsto dalla legge e va spento o rimosso dal cruscotto. In altri casi, come avvenuto in Belgio, abbiamo potuto fare insieme un percorso molto interessante insieme alle autorità. Abbiamo riscontrato come un’informazione puntuale e precisa di un possibile pericolo sia un fattore di maggior sicurezza all’interno della vettura. Non è visto quindi come un sistema per ovviare ad una multa, ma come un incremento del livello di sicurezza all’interno del mondo dell’autovettura.

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