Crollo del ponte a Genova: acquisita della documentazione dalla Guardia di Finanza presso Mit, Provveditorato e Spea
Tra le ipotesi sul cedimento, si sospetta una bolla d'aria
Agenti della Guardia di Finanza, rispondendo a un decreto di sequestro emesso dalla procura di Genova, si sono recati alle sedi del Ministero delle Infrastrutture, nonché presso il Provveditorato delle opere pubbliche di Liguria, Piemonte e Val d’Aosta e della società Spea Engineering s.p.a., per recuperare tutta la documentazione relativa al ponte Morandi di Genova, crollato lo scorso 14 agosto sul tratto che sormonta il torrente Polcevera. Il cedimento ha causato 43 vittime.
Decreto di sequestro della documentazione sul ponte
Il decreto di sequestro, disposto dalla procura di Genova, riguarda la documentazione dislocata in più zone, oltre a Genova sono citate anche Milano, Firenze e Roma. L’indagine del procuratore Francesco Cozzi, impegnato nel chiarire le cause e le responsabilità del crollo, al momento poggerebbe già su un notevole numero di reperti, a cui sommare non solo la documentazione già acquisita, che pare abbia fornito un ampio prospetto storico sul ponte (risalendo anche agli anni Ottanta, da quanto è affiorato), ma anche le nuove informazioni derivanti da quanto prelevato in giornata.
Ipotesi sul cedimento
L’analisi delle prove e le valutazioni dei diversi elementi, sono affiancate anche da varie ipotesi. Si tenta di capire cosa abbia causato il crollo. Per ora comunque, come è stato già chiarito, non figurano ancora indagati.
Tra le supposizioni, nelle ultime ore ne è affiorata una particolare legata a un’inchiesta riportata dai colleghi del quotidiano “la Repubblica”. Si parla di una possibile bolla d’aria, che nel corso del tempo potrebbe aver condizionato la tenuta di uno strallo, con relativo cedimento. Bolla probabilmente formatasi nel tirante del calcestruzzo, condizionando i cavi di acciaio potenzialmente corrosi e indeboliti dalla ruggine. Per ora risulterebbe una delle ipotesi al vaglio dei consulenti della procura di Genova, dato che gli stralli sono proprio gli osservati speciali dell’investigazione in corso. Da quanto segnalato, lo stesso ingegnere Riccardo Morandi, in uno studio commissionato da Autostrade, già negli anni ’80 aveva evidenziato rapide corrosioni concentrate maggiormente sul versante rivolto verso il mare, piuttosto che sull’altro che osserva i monti.
In base alle delle prime valutazioni, potrebbe aver ceduto per il primo il lato orientato verso sud, sebbene sia doveroso usare ancora il condizionale.
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