Decreti colonnine: l’Unrae applaude “Un primo passo importante”
Ma servono anche incentivi ed il lavoro sull'idrogeno
La scorsa settimana sono stati approvati due decreti legge per sbloccare i fondi del Pnrr, legati alla realizzazione di 21.000 colonnine di ricarica per veicoli elettrici e plug-in entro i prossimi 3 anni. Una notizia di rilievo, visto che l’Italia è una delle nazioni messe peggio in Europa su questo fronte. E l’UNRAE applaude: “Un primo passo importante”.
Quindicesimo posto in Europa
L’Italia, infatti, è attualmente al quindicesimo posto nel Vecchio Continente per infrastrutture di ricarica. Secondo gli ultimi dati disponibili, quelli del settembre 2022, il nostro Paese ha solamente 6,7 punti di ricarica ogni 100 chilometri, contro gli 8,9 della media europea. Un dato troppo basso, pur in costante aumento negli ultimi anni.
Ma non basta
Un aumento rilevante di stazioni di ricarica è fondamentale per poter sviluppare la mobilità a zero emissioni, però non può essere sufficiente. I decreti appena approvati, andrebbero affiancati da altri interventi. In primo piano, servirebbe “il potenziamento degli incentivi per privati e aziende all’acquisto di autovetture per il rinnovo del parco circolante – spiega Andrea Cardinali, presidente UNRAE – almeno fino al 2026”. Una misura chiesta da tempo, anche al precedente governo.
Il pensiero va anche alle aziende ed alle case automobilistiche: “Serve una pianificazione rapida per una riconversione industriale della filiera automotive e della componentistica per riportare il nostro Paese a essere un riferimento a livello europeo”. Puntando non solamente sull’elettrico, ma anche con “l’elaborazione di una politica infrastrutturale anche per il rifornimento di idrogeno”. Dove l’Italia è in grandissimo ritardo, con sole sei stazioni di rifornimento presenti sul territorio.
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