Detroit 2013: Marchionne e la fusione con Chrysler

Nel frattempo Melfi chiede due anni di cassa integrazione

Al Salone di Detroit, Sergio Marchionne parla di Chrysler e della sua futura fusione con il Gruppo Fiat. Nel frattempo, però, presso lo stabilimento di Melfi vengono chiesti due anni di cassa integrazione per procedere alla ristrutturazione della linea produttiva

Il Salone di Detroit è stata ovviamente l’occasione perfetta per parlare nuovamente della fusione tra il Gruppo Fiat e il Gruppo Chrysler, un progetto al quale Sergio Marchionne e il Lingotto si stanno avvicinando a grandi passi. Un cambio di business che promette di essere storico, per la portata e l’importanza dell’operazione. Durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati di bilancio dell’anno scorso di Chrysler, pubblici entro il mese prossimo, Marchionne ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni, volte a confermare la volontà di chiudere la fusione prima possibile.

«È andata bene, l’esercizio si è chiuso in linea con le attese – ha commentato l’a.d. del Lingotto – [Fiat e Chrysler devono diventare una cosa sola.] Veba non resterà azionista di Chrysler a lungo e non dovrebbe rimanerlo, ma loro devono fare il loro lavoro e vogliono monetizzare.»

Mentre in America si parla di fusione, però, in Italia la situazione di Fiat rischia di urtare nuovamente i nervi dei rappresentanti sindacali. È notizia di oggi, infatti, che lo stabilimento di Melfi abbia chiesto ben due anni di cassa integrazione al fine di procedere ad una ristrutturazione completa degli impianti. Questi rimarranno fermi dall’11 febbraio 2013 al 31 dicembre 2014, anche se la produzione della Punto non dovrebbe ugualmente essere fermata, grazie all’alternanza dei lavori sulle due linee di produzione dell’impianto. Saranno organizzati dei turni di lavoro, che alla lunga coinvolgeranno un po’ tutti i dipendenti.

Inutile dire che i sindacati non hanno reagito benissimo a questa richiesta., ha sottolineato che la richiesta «La richiesta arriva dopo gli annunci in pompa magna dei giorni scorsi, alla presenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti e del Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo e dei segretari generali di Cisl e Uil,» ha dichiarato il segretario regionale della Fiom-Cgil, Emanuele De Nicola. «[C’è] forte preoccupazione, perché ad oggi ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti per lo stabilimento e i tempi per la realizzazione del nuovo progetto – ha specificato ancora la Fiom-Cgil – [Chiediamo] alla Fiat e anche alle istituzioni regionali la massima trasparenza nella gestione della Cigs, al fine di garantire la rotazione al lavoro di tutti i lavoratori e per impedire come avvenuto a Pomigliano discriminazioni e perdite salariali a danno dei lavorato.»

AGGIORNAMENTO: in serata Fiat ha rilasciato una dichiarazione circa la vicenda dello stabilimento di Melfi. «Per poter realizzare fisicamente gli investimenti per circa un miliardo di euro previsti per lo stabilimento SATA di Melfi saranno necessari importanti interventi sui fabbricati e sugli impianti. Per rispondere a queste esigenze e per continuare a produrre la Punto, in base alla domanda del mercato, l’azienda ha richiesto la Cassa Integrazione Straordinaria che avverrà a rotazione per garantire una presenza equilibrata tra tutti i dipendenti. Obiettivo dell’azienda è far tornare a lavorare regolarmente, nel minor tempo possibile, tutti i lavoratori. Questo potrà avvenire con inizio della produzione dei due modelli. Il primo previsto nel terzo trimestre del 2014 e il secondo nel quarto trimestre dell’anno

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