DS DS4 THP 210, sportiva la premium è ancor più accattivante [PROVA SU STRADA]
Nuovo logo e aggiornamenti importanti sul fronte infotainment
DS DS4 THP 210 S&S Sport Chic – Un viaggio lungo quasi 60 anni, dal 1955 all’1 giugno 2014, per veder nascere un brand da una costola di Citroën. La prima volta di DS risale infatti a metà degli anni ’50, con un modello epico nella storia della Casa francese, la cui sigla era acronimo di “Désirée Spéciale”, diventato una parola unica nella sua pronuncia “déesse”, cioè dea in francese. In un passato più recente, a partire dal 2008, DS è stata la gamma premium, parallela ai modelli “C”, che sostituivano con le due lettere DS prima del numero. Ora, oramai da 2 anni, DS ha fatto il grande passo, diventando un marchio a se stante. Inizialmente non abbiamo avuto una rivoluzione ma solo un look rispolverato, con un ovvio cambio di loghi e simboli, visto che sparisce completamente il doppio chervron. Dettagli a parte, è forse difficile distinguere una Citroën DS4 da una DS DS4, ma è l’inizio di una avventura che porterà presto la neonata Casa ad avere uno stile tutto suo, che già sotto l’ala di Citroën si è fatto apprezzare dai suoi numerosi estimatori. Noi abbiamo provato la THP con il pepato 1.6 litri da 210 cavalli, in allestimento Sport Chic, il più completo e quello che rappresenta meglio il concetto DS, un’auto ricca e ben rifinita a cui piace farsi notare.
Design e Interni:
Stile da crossover e una calandra tutta nuova da sfoggiare
Lo abbiamo accennato, non siamo di fronte ad una rivoluzione, ma a quello che normalmente potremmo definire un facelift di poco impatto. In realtà qui la novità più grossa e il cambio di casacca, perché la DS4 non è più una Citroën, ma diventa una DS. Fuori il suo look è praticamente identico al passato, ricordiamo che si tratta di una vettura derivata dalla C4, con un aspetto da crossover e 30 mm in più di altezza da terra. A cambiare sono i loghi, con il double chevron che scompare, mentre nella zona anteriore le due lettere cromate sono posizionate in una calandra nuova, la cui cornice è formata dalle “DS Wings” nella porzione laterale.
Una conferma quindi di linee scolpite e muscolose, con passaruota disegnati da nervature pronunciate, grossi cerchi da 19” (optional che sostituisce quelli da 18” di serie in questo allestimento) con finitura bicromatica e di un design molto curato. Lo si evince, ad esempio, dagli scarichi cromati che si fondono in un elemento che attraversa tutta la coda nella zona posteriore. Carattere, eleganza e sportività che sono ulteriormente impreziosite dalla novità dei loghi DS, sfoggiati su tutti i quattro lati della vettura con un orgoglio abbastanza evidente. Restano poi altri elementi caratteristici, con il taglio del tetto che fa della DS4 una “coupé con due porte in più”. Questo non sacrifica però la capacità del bagagliaio e anche lo spazio per chi siede dietro è buono, incluso quello nella zona della testa.
Quello che è stato sacrificato dai designer è invece un dettaglio delle portiere posteriori, che se da un lato hanno le maniglie elegantemente nascoste nella cornice nera, che simula il prolungamento dei finestrini nella zona posteriore, dall’altro, proprio per una forma un po’ particolare, non offrono alcuna possibilità di apertura dei finestrini. Dettaglio che magari si farà apprezzare quando dietro siedono due bambini, ma che potrebbe rendere un po’ claustrofobica l’esperienza a chi non resista senza un filo di aria proveniente dall’esterno. Le “orecchie” invece, come potremmo definire quell’allungo delle portiere verso la zona del montante posteriore, sono un vezzo stilistico e non incidono sulla reale luce della apertura, come si può notare una volta che la si spalanca.
Interno: Stile e design, qualità dei materiali ed un upgrade sul fronte tecnologia
La gamma DS si è da sempre distinta dalle vetture da cui deriva, grazie ad un look esterno più ricercato e dal design affascinante, ma pretendere di definirsi un’auto premium non può prescindere dall’abitacolo. Qui la differenza è, come ci si attende, ancor più marcata che fuori. Così la DS4 mette in campo scelte molto piacevoli, sia nelle forme che nei materiali e nei loro accostamenti, ma anche soluzioni che rendano appagante l’esperienza a bordo. Ad esempio il quadro strumenti, dettaglio che sarà certamente apprezzato dal pubblico femminile e dai patiti della personalizzazione, può cambiare radicalmente aspetto, grazie ai due tasti con cui si scelgono le colorazioni per le due zone della strumentazione, lo sfondo e la parte in primo piano. Caratteristiche poi la possibilità si sfruttare il parabrezza panoramico facendo scorrere le alette parasole verso l’alto, oltre alle nervature sulla palpebra della strumentazione, realizzata giustamente in plastiche morbide al tatto e di gusto anche visivamente. Dentro la DS4 conferma quindi tutto ciò di positivo che avevamo già avuto modo di scoprire in passato, mettendo però sul piatto alcuni aggiornamenti importanti. Parliamo soprattutto del nuovo infotainment, più moderno e basato sullo schermo da 7”.
La presa USB frontale (con essa quella AUX e 12 volt) è posizionata sopra un vano dove poter appoggiare il telefono, entrambi questi elementi sono però molto avanzati, al punto che si collega il cavo “alla cieca”, a meno di farlo a veicolo fermo ed in ginocchio. Poco male, perché se lasciate un cavo sempre in auto è un’operazione che si effettua solo “una tantum” ed il vantaggio di non vedere nulla, se non una porzione di cavo, ripaga questa piccola difficoltà. Belli invece i sedili in pelle, dotati qui anche di riscaldamento e massaggio, con una posizione rialzata, da crossover.
L’impianto audio offre poi la chicca di un sistema 9 di altoparlanti del blasonato marchio Denon, incluso un subwoofer posizionato sul fianco destro del bagagliaio. Incide solo in modo limitato sulla capacità, che è di 385 litri, quindi nella media delle segmento C, quello di appartenenza della DS4.
Comportamento su Strada:
Una comoda crossover che però ben asseconda l’aggressività dei 210 cavalli
In tutta sincerità eravamo un po’ curiosi di provare la DS4 con il THP da 210 cavalli, perché se il passato abbiamo già guidato a più riprese quest’auto, anche se con un logo diverso, per la prima volta ci siamo trovati al volante della più pepata di gamma. La DS4, come detto, ha origine nella C4, da cui deriva ed a cui aggiunge ben 3 centimetri in altezza, quindi è lecito aspettarsi un comfort buono, accompagnato però da un assetto soft ed un conseguente rollio più accentuato. Caratteristiche che, sulla carta, sembrerebbero fare a pugni con le velleità sportive del “pompato” 1.6 litri alloggiato sotto al suo cofano. Da un lato in parte questa DS4 THP 210 S&S Sport Chic è una conferma dal punto di vista delle aspettative in quanto a comodità, con risposte solo marginalmente rese secche da un assetto che guadagna in rigidità e dai cerchi da ben 19”. Dall’altro, quando sulle strade giuste si prova a forzare l’andatura, dopo averle preso le misure e capito quanto sia il rollio, che c’è senza però diventare mai eccessivo, la DS4 regala una esperienza di guida decisamente all’altezza. Reazioni prevedibili ed un appoggio sicuro, non si mette praticamente mai in azione l’ESP per controllare la dinamica di guida e lo sterzo offre dei bei feedback molto buoni. Ci si gode la bella spinta dei 210 cavalli con il sound del THP 1.6 che si fa interessante. Una bella doppia anima quindi, perché se invece si viaggia in autostrada a velocità costante, o su una strada extraurbana trafficata, ci si può rilassare e godersi un’auto che ci coccola ottimamente. Si fanno apprezzare i sedili, che sono contenitivi nelle curve affrontate con un poco di aggressività, ma sono soprattutto comodi e offrono una posizione rialzata, perfetta per la città, dove si controlla meglio ciò che è intorno all’auto. La visibilità è molto buona frontalmente, dove il montante non infastidisce granché, non vale il medesimo discorso per la parte posteriore. Il lunotto piccolo e la zona montante levano gran parte del campo visivo e la telecamera è un importante aiuto per ridurre il problema in manovra. Ottimo il nuovo e rinnovato infotainment, a cui manca forse solo un pollice in più di display (ricordiamo che si tratta di un 7”), mentre stupisce che non si sia sfruttato il facelift per inserire nel pacchetto sicurezza quei sistemi che consentono di utilizzare il cruise control in modo adattativo e frenare automaticamente.
Motore e Prestazioni:
210 cavalli vivaci, ma anche una fruibilità ineguagliabile
Il THP di 1.6 litri è uno dei motori più duttili e versatili che abbiamo avuto modo di conoscere negli ultimi anni. L’origine del progetto porta all’accordo con BMW, ed infatti lo abbiamo visto in passato sulla seconda generazione della Mini, dove ora è stato rimpiazzato da un più potente, ma non altrettanto apprezzato, 2 litri. Lo abbiamo amato alla follia sulla RCZ R, dove opportunamente ritoccato tocca quota 270 cavalli. Sempre in questa configurazione è tutt’ora disponibile sulla 308 GTi by Peugeot Sport, dove regala sorprese che vanno ben oltre le sole prestazioni e la sua bella sportività. In ogni occasione in cui abbiamo provato una vettura che lo montava sotto al cofano, i pregi e gli aspetti che più ci hanno convinti, erano legati alla fruibilità, con una erogazione bella piena anche ai regimi più contenuti ed una assenza, o quasi, del classico ritardo di risposta dei propulsori sovralimentati, oltre che ai consumi ridotti, ben al di sotto di quanto non ci si possa attendere da un pepato motore con potenze superiori ai 200 cavalli. La DS4 con questa configurazione da 210 cavalli e 285 Nm, che arrivano ad appena 1.750 giri e restano costanti fino a 4.500, conferma tutte le nostre positive impressioni, offrendo caratteri diversi in funzione dello stile di guida che si adotta in quel frangente. Consente di ridurre i cambi marcia per la schiena e la ripresa di cui è in grado da subito, senza doverlo spingere in alto con i giri, ho una erogazione molto fluida e senza cambi di tono troppo marcati, ma se ci si prende gusto è in alto che inizia a farsi sentire con vigore ed occorre fare attenzione a non farsi prendere troppo la mano. Allunga fin oltre quota 6.000, con un range di utilizzo molto ampio, perché spinge forte già da circa 2.000 giri, spinge da 0 a 100 la DS4 in 7.8 secondi, con una velocità massima di addirittura 235 Km/h. Proprio qui le troviamo forse l’unico difetto, perché i 210 cavalli non sono dei più cattivi, soprattutto per via di una rapportatura un po’ lunghetta, che privilegia i consumi e l’allungo, ma che la penalizza un po’ sullo sprint. Il cambio è un bel manuale a sei rapporti, ben contrastati e precisi negli innesti. Una trasmissione così buona da non far rimpiangere un doppia frizione o un automatico di altra tipologia, anche perché, da schierati per le soluzioni senza il pedale della frizione, riusciamo anche serenamente ad ammettere che è molto meglio un ottimo manuale piuttosto che un automatico che non sia altrettanto all’altezza. In tutta sincerità l’EAT a 6 rapporti del Gruppo PSA ha si alzato l’asticella rispetto alle trasmissioni che ha sostituito, ma in quanto a sportività ha ancora da colmare il gap con la migliore concorrenza.
Consumi e Costi:
Siamo in fascia premium, ma senza esagerare e con consumi molto buoni
Questa DS4 THP 210 S&S Sport Chic è sostanzialmente al top della gamma benzina con i suoi 28.300 euro, anche se il 165 cavalli con trasmissione automatica lo sorpassa di 150 euro. Si tratta di un importo consistente, ma se vogliamo inferiore a pari allestimento e configurazione rispetto ad altre concorrenti premium, quindi un prezzo che rispecchia i contenuti e le velleità della DS4. Sono 2.300 gli euro aggiuntivi rispetto al secondo allestimento, So Chic. In aggiunta la Sport Chic include molti accessori, dai cerchi da 18” ala pedaliera sportiva in alluminio, ma anche molto altro. Si parte invece dai 22.300 euro della 1.2 litri da 130 cavalli, se invece ci si sposta sui propulsori a gasolio si va dai 23.100 euro della BlueHDi 100cv Chic fino ai 32.450 della BlueHDI 180cv EAT6 S&S Sport Chic. Passando al capitolo consumi, rispetto ad un dato dichiarato di 5.9 litri ogni 100 Km percorsi, in modo piuttosto sorprendente, i nostri rilievi in un utilizzo reale non si discostano di molto. Abbiamo percorso mediamente 15 km/l, senza problemi ed osando anche sul fronte della guida sportiva. Difficilmente si scende sotto ai 13, anche quando si osa in modo deciso. Anche in autostrada siamo intorno a questi valori, decisamente più da diesel che da benzina pepata.
Pro e Contro
Ci Piace | Non Ci Piace |
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Piacevolmente fuori dagli schemi, ma restando pratica e versatile, una buona dose di sportività unita a consumi contenuti. | Il facelift è stato piuttosto limitato, finestrini posteriori fissi. |
DS DS4 THP 210 S&S Sport Chic: la Pagella di Motorionline
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