FCA, l’ad Manley: “Investimenti in Italia da rivedere per via dell’ecotassa”
Revisione in atto per il piano da 5 miliardi in tre anni
Il piano di investimenti da 5 miliardi di euro per l’Italia che era stato definito qualche tempo fa da Fiat Chrysler Automobiles dovrà essere rivisto a causa dell’introduzione dell’ecotassa.
FCA investimenti: revisione del piano per cambio di condizioni di mercato
Ad annunciarlo è Mike Manley, amministratore delegato di FCA, che a margine del suo intervento al Salone di Detroit ha spiegato che il costruttore italo-americano sta lavorando ad un adeguamento del piano di investimenti in Italia alla luce dell’ecotassa. Tuttavia la revisione del piano non lo mette a rischio con Manley che ha assicurato che “il piano non viene stoppato”. Affermando di non volersi sbilanciare sui contenuti della revisione, l’ad di FCA spiega che tale adeguamento si è reso necessario in seguito “ai cambiamenti nelle condizioni di mercato generati dalle nuove iniziative”.
FCA investimenti: la reazione dei sindacati
Nonostante la conferma di quanto anticipato a dicembre da Pietro Gorlier, responsabile FCA per l’area EMEA, le parole di Manley hanno fatto scattare l’immediata reazione dei sindacati che hanno prontamente risposto alla possibilità che il piano da 5 miliardi di euro in tre anni venga rivisto.
Come riportato dall’Ansa, Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, afferma: “Comprendiamo le motivazioni di FCA, ma noi non siamo disposti a mettere in discussione il piano industriale che ci è stato presentato. Quel che è certo è che faremo tutto il possibile per evitare che ciò accada”. Palombella aggiunge che “non possono essere i lavoratori a pagare le scelte del nostro governo, al quale abbiamo già più volte sollevato la questione chiedendo di rivedere il provvedimento”. Gli fa eco la presa di posizione della Fiom che si dice pronta alla mobilitazione perché le dichiarazioni di Manley mettono a “rischio l’occupazione per i lavoratori degli stabilimenti italiani che da anni sono in cassa integrazione perché i piani industriali dichiarati non sono stati realizzati”.
Seguici qui