FCA ribadisce di non aver ricevuto alcun aiuto di stato in Lussemburgo

Intanto Fitch ha confermato il rating a lungo termine a BB- con outlook stabile

FCA - La Ferrari sbarca a Wall Street e FCA si difende dalle accuse di aver ricevuto aiuti di stato nell'ambito all'Advanced Pricing Agreement (APA) raggiunto in Lussemburgo dalla sua società controllata FCF
FCA ribadisce di non aver ricevuto alcun aiuto di stato in Lussemburgo

Fiat Chrysler Finance Europe, conosciuta anche come FCF, “non ha ottenuto alcun aiuto di stato” relativamente all’Advanced Pricing Agreement (APA) raggiunto in Lussemburgo dalla società controllata di FCA.” Lo ha sottolineato il gruppo italo-americano in una nota che arriva in risposta alle ipotesi, emerse sulla stampa circa la possibilità che il gruppo “possa dover affrontare pagamenti di imposte per decine di milioni in conseguenza di una imminente decisione da parte della Commissione europea in un procedimento nei confronti dello stato del Lussemburgo” relativo all’accordo stipulato da FCF.

La stampa ha ipotizzato che Fiat Chrysler Automobiles N.V. (“FCA”) possa dover affrontare pagamenti di imposte per decine di milioni in conseguenza di una imminente decisione da parte della Commissione Europea in un procedimento nei confronti dello stato del Lussemburgo relativo ad un Advanced Pricing Agreement (“APA”) concluso dalla controllata di FCA in Lussemburgo Fiat Chrysler Finance Europe (“FCF”) con il Lussemburgo.” Si legge nel comunicato apparso sul sito di FCA Group. Il gruppo italo-americano ritiene, invece, “di aver fornito solide spiegazioni alla Commissione circa le ragioni per le quali l’APA concluso da FCF con il Lussemburgo non ha comportato alcun aiuto di stato.”

L’obiettivo dell’APA era esclusivamente chiarire le regole di transfer pricing che FCF doveva applicare alle sue attività di finanziamento di società collegate. FCF ha perseguito l’APA con il solo obiettivo di avere certezza giuridica, attraverso un processo di richiesta disciplinato da regole chiare. La relativa richiesta si basava su di una analisi di transfer pricing pienamente documentata e condotta secondo metodologie ben riconosciute. FCF non ha mai perseguito deroghe alle norme generali attraverso esenzioni o facilitazioni non generalmente accessibili nel sistema fiscale lussemburghese e l’APA non ha riservato a FCF nessun vantaggio non accessibile a contribuenti del Lussemburgo ad essa comparabili. L’APA non ha condotto ad alcuna erosione o doppia non-tassazione del Gruppo FCA, posto che ogni aumento della base imponibile di FCF in Lussemburgo avrebbe comportato maggiori deduzioni nei paesi di residenza delle società del Gruppo che pagavano interessi ad FCF. FCA ha già dichiarato che qualsiasi potenziale aumento della base imponibile di FCF non sarebbe significativo rispetto ai risultati consuntivati dal Gruppo e per di più comporterebbe variazioni di segno opposto in altre giurisdizioni fiscali, che dovrebbero essere concordate tra le autorità fiscali lussemburghesi e le autorità fiscali degli altri paesi europei interessati dai rapporti di finanziamento intra-gruppo. FCA ribadisce pertanto che FCF non ha ottenuto alcun aiuto di stato e che qualsivoglia esito della questione non sarebbe significativo rispetto ai risultati consuntivati dal Gruppo.” conclude la nota di FCA.

Intanto, Fitch ha confermato il rating a lungo termine di Fca a BB- con outlook stabile.I rating riflettono la debole metrica del credito di Fca, in particolare l’elevato debito e il free cash flow negativo e sfide operative importanti, in particolare i bisogni di investimento elevati di FCA.scrive Fitch nel suo giudizio sul gruppo guidato da Sergio Marchionne. In tutto questo però Fitch ha fatto sapete che “i rating rispecchiano il solido profilo di business di Fca, inclusa una diversificazione ampia a livello di prodotto e geografico, marchi solidi, un’ambiziosa strategia e una storia positiva quanto alla fusione e all’integrazione di Fca Usa”. Infine Fitch ha fatto sapere che non prevede un impatto diretto dello scandalo che ha colpito Volkswagen. Ma l’agenzia di rating conclude: “Nel lungo termine resta l’incertezza sulle conseguenze potenziali per i costruttori quanto a un potenziale passaggio dai motori diesel a quelli a benzina, ibridi ed elettrici. Tuttavia la misura e la tempistica di questi effetti sull’intera industria dell’auto non sono chiare in questa fase”.

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